impressione
impressióne s. f. [dal lat. impressio -onis, der. di imprimĕre «imprimere», part. pass. impressus]. – 1. a. Atto ed effetto dell’imprimere, di lasciare cioè una traccia, un’impronta in un corpo mediante la pressione, e l’impronta stessa che vi rimane: l’i. del sigillo sulla cera, del timbro sui fogli, di un dito sull’argilla, del piede sulla sabbia; i. a secco, in legatoria, fatta a caldo col punzone sulla pelle. b. In partic., l’operazione dello stampare: iniziare l’i. di un libro; anche il modo con cui rimangono impressi i caratteri: un’i. molto nitida. Più spesso, edizione, ristampa, e si dice soprattutto di ristampe stereotipe: nuova i.; terza, quinta i. di un’opera; ma anche, in passato, di edizioni totalmente rinnovate: la 4a i. del Vocabolario della Crusca. In tutte queste accezioni, il termine sta ormai cadendo in desuetudine. c. Non com. con il sign. 3 di imprimere: i. di un moto, di un’accelerazione. Ant., impeto, assalto: acciò che con le genti de’ Fiorentini si congiungessero, e nelle genti del duca d’Urbino impression facessero (Bembo). 2. fig. a. L’effetto prodotto sui sensi, spec. sul tatto, da condizioni esterne, dal contatto di un oggetto e sim.; viva sensazione fisica: l’i. del caldo, del freddo; a toccare i corpi viscidi si prova una sgradevole impressione. b. L’effetto, l’impronta che la realtà esterna determina, col suo intervento diretto o indiretto, sulla coscienza; e quindi ogni forma di esperienza, conoscitiva o emotiva, in cui la coscienza appaia colpita dallo stimolo esterno, e presenti rispetto ad esso un atteggiamento di passività: dare, ricevere, provare un’i. di piacere, di dolore, di spavento; avere o ricevere un’i. piacevole, grata, penosa, debole, forte, potente; parole, frasi che lasciano una profonda i.; lo stereoscopio dà l’i. del rilievo; giudizio fondato sulle prime i.; giudicare di prima i., lasciandosi guidare dai sentimenti immediati, senza riflessione; fare buona, cattiva, ottima, pessima i., riferito a persona che si conosce per la prima volta, in relazione al giudizio che su di essa viene formulato. Il termine è anche usato per rendere la particolare accezione che ha, in etologia, l’ingl. imprinting (v.). c. Per estens., nel linguaggio corrente, idea, opinione personale in merito a determinati fatti, non fondata su elementi certi e su un ragionamento logico, ma suggerita da impulsi soggettivi spesso indefiniti, e della cui incertezza o scarsa consistenza il soggetto stesso si rende conto: ho l’i. che le cose si mettano male; è mia i. (o la mia i. è) che qualcosa di nuovo dev’essere accaduto; talora iron., per esprimere un giudizio di cui si è invece certi: ho la vaga i. che ti sbagli. d. Turbamento dell’animo, sentimento di apprensione, di timore, o comunque doloroso, provocato da fatti, notizie, vista di cose che colpiscono improvvisamente e fortemente: la sciagura ha destato grande i. nella cittadinanza; la sua faccia sconvolta mi fece i.; si prova una certa i. a guardare giù da quest’altezza. 3. ant. Influsso dannoso esercitato dalle condizioni atmosferiche, e, più genericam., ogni forma di perturbazione atmosferica: i. meteorologiche; le i. dell’aria; Di queste impressïon l’aere disgombra (Petrarca). ◆ Dim. impressioncèlla.