importanza
(ant. importànzia) s. f. [der. di importare1]. – 1. a. Propriam., il fatto d’importare a qualcuno, di stargli a cuore, di costituire per lui oggetto di grande o notevole interesse: non conviene all’importanzia nostra ... Che punto vi fermiate a quella giostra (Ariosto). Nell’uso com., qualità intrinseca per cui una cosa, in sé o negli effetti che ne possono seguire, ha qualche rilievo e merita considerazione: una questione d’i., importante; un fatto senza i., privo d’i.; spesso determinato da aggettivi: faccenda, affare, cosa di grande, somma, straordinaria, capitale i., di una certa i., o di nessuna, minima, poca, leggera, secondaria importanza. Riferito a persona, anche autorità, credito, influenza, valore e sim.: il suo grado gli conferisce molta i.; acquistare, perdere i., scemare d’i.; un artista di qualche, di nessuna importanza. b. Locuzioni: avere i., meritare d’esser tenuto in qualche conto: che i. può avere la sua opinione?; al contrario, non avere i., essere cosa trascurabile: non ha i. se non ricordi i particolari. Dare i. a una cosa o persona, ritenerla o mostrare di ritenerla importante, attribuirle valore, farne caso: non conviene dare i. a queste sciocchezze; è un idiota e fai male a dargli i.; con senso sim. anche il francesismo annettere i. a qualche cosa. Di persona, darsi i., darsi arie d’i., fare l’uomo d’i., e sim., ostentare una gravità e un’autorità fittizia, darsi un tono, atteggiarsi a persona superiore. Ant., essere l’i., la parte essenziale, fondamentale o di maggior valore: l’i. del detto calice eran tre figure d’oro (Cellini). 2. ant. Importo: l’i. della spesa, del debito.