impazzare
v. intr. [der. di pazzo] (aus. essere). – 1. tosc. Impazzire: la donna sentiva sì fatto dolore, che quasi n’era per i. (Boccaccio); spec. in senso fig., confondersi il cervello, perdere la pazienza e la tranquillità per qualche cosa, o sim.: mi fa i. con tutte le sue esigenze; lavori che fanno i.; ad ascoltar lui, ci sarebbe da impazzare. Meno com., i. per qualche cosa, bramare di averla, di ottenerla. Raro l’uso trans., con valore causativo, rendere pazzo, far uscire di sé; urli di belva Che impazzano i cavalli (D’Annunzio). 2. Usi estens.: a. Manifestarsi in maniera tumultuosa, chiassosa, evidente: il carnevale impazza per le strade; la nuova moda sta impazzando dappertutto; sulla camicia verdolina impazzava una cravatta arcobaleno, traslucida e stirata di fresco (Vincenzo Cerami). b. Scatenarsi, infuriare (detto, per es., del vento). c. Dell’ago di uno strumento (bussola, ecc.), oscillare irregolarmente; più com., oggi, impazzire. d. Di crema, salse, e sim., formare grumi nella cottura (anche con questo sign., più com., oggi, impazzire). ◆ Part. pass. impazzato, anche come agg., nei varî sign. del verbo: pareva impazzato, fuori di sé; crema impazzata.