imboccare
v. tr. e intr. [der. di bocca] (io imbócco, tu imbócchi, ecc.). – 1. tr. Mettere il cibo in bocca a una persona che non sia in grado di farlo da sé: i. un bambino, un malato. Fig., ammaestrare minuziosamente, suggerire a qualcuno le parole che deve dire o ciò che deve fare (cfr. imbeccare): dite quelle poche parole, con un fare sciolto: che non s’avesse a dire che v’hanno imboccata, e che non sapete parlare da voi (Manzoni). 2. tr. a. Adattare alla bocca uno strumento a fiato: i. la tromba, il clarino, il fischietto. b. Ricevere in bocca: cavallo restìo a i. il morso. Fig., poet., ricevere nella mente, apprendere: Or vo’ che tu mia sentenza ne ’mbocche (Dante). 3. tr. Nel linguaggio milit., colpire con un proietto una bocca da fuoco, una cannoniera o feritoia nemica. 4. tr. Entrare diritto in un luogo: i. una strada; i. la porta d’entrata, d’uscita; i. il corridoio, le scale; la nave imboccò il porto; fig.: i. la via giusta; i. la via del successo, della fortuna; i. una strada sbagliata. 5. intr. (aus. avere) Di strada, corso d’acqua, condotto e sim., metter capo (più com. sboccare): alla fine il viale imbocca nella piazza; dove l’Adda imbocca nel Po; il tubo imbocca poi nella conduttura principale. Di arnese o parte di un congegno, incastrarsi in altro arnese. Di un canapo, e sim., entrare nella carrucola, nella puleggia, ecc. Di un tappo, cominciare a entrare nel collo della bottiglia. ◆ Part. pass. imboccato, anche come agg., nel linguaggio marin., detto di un cavo incuneatosi in una carrucola, in cui già passi un altro cavo, così da arrestarne il movimento; in araldica, attributo del corno da caccia e della tromba con l’imboccatura di smalto diverso.