guidatore designato
loc. s.le m. Chi riceve l’incarico di guidare un autoveicolo, impegnandosi con i terzi trasportati a non assumere bevande alcoliche prima di mettersi al volante. ◆ Il primo obiettivo immediato era quello di diffondere la pratica del «guidatore designato», uno dei componenti le comitive che accetta di non bere alcolici e mantenersi sobrio per riportare a casa gli altri convitati, senza problemi e senza rischi. (Giulio Mangano, Stampa, 4 gennaio 2001, p. 27, Motori) • «Sono morti alle cinque del mattino. Tornavano da una discoteca». Scriverlo, servirebbe? Forse sì. Qualche genitore troverebbe il coraggio di dire: «Ragazzi, volete uscire in macchina? Sceglietevi un “guidatore designato”, come fanno in tutta Europa e negli Usa. Quello che, a turno, non beve, per poter guidare al ritorno. Altrimenti, state a casa». Se i figli protestano, citategli l’attacco della lettera che mi ha scritto un ispettore della Polizia Stradale, Mirco Ciccarese: «So cosa vuol dire suonare un campanello alle quattro di notte». (Beppe Severgnini, Corriere della sera, 16 gennaio 2003, p. 13, Cronache) • Il «guidatore designato». Questa nuova figura, che in Inghilterra esiste già (si chiama «bobby»), si impegna a non bere, mentre i gestori delle discoteche si impegnano a non vendergli alcool. Avrà un segno di riconoscimento che potrà essere un braccialetto o un timbro sulla mano e per convincerlo alla sua rinuncia riceverà biglietti omaggio per la discoteca e sconti sugli analcolici. (Paola Tamborlini, Mattino, 17 marzo 2007, p. 15, Attualità).
Composto dal s. m. guidatore e dal p. pass. e agg. designato, ricalcando l’espressione ingl. designated driver.