guerra
guèrra s. f. [dal germ. werra]. – 1. Conflitto aperto e dichiarato fra due o più stati, o in genere fra gruppi organizzati, etnici, sociali, religiosi, ecc., nella sua forma estrema e cruenta, quando cioè si sia fatto ricorso alle armi; nel diritto internazionale è definita come una situazione giuridica in cui ciascuno degli stati belligeranti può, nei limiti fissati dal diritto internazionale, esercitare la violenza contro il territorio, le persone e i beni dell’altro stato, e pretendere inoltre che gli stati rimasti fuori del conflitto, cioè neutrali, assumano un comportamento imparziale. La guerra è peraltro ripudiata dall’art. 2, par. 3 e 4, della Carta delle Nazioni Unite e, in Italia, dall’art. 11 della Costituzione come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali o come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, e ammessa solo come difesa nei confronti di aggressioni esterne; dichiarazione di g., atto con cui una potenza comunica a un’altra la sua volontà che si instauri tra esse lo stato di g., cioè che i rapporti reciproci siano regolati non più dal diritto internazionale di pace, ma da quello di guerra (con altro senso, stato di g., espressione equivalente a stato di pericolo pubblico, a quello cioè che fino al 1931 era chiamato stato d’assedio: v. assedio, n. 4); dichiarare, intimare (letter. bandire) la g.; provocare, cominciare, intraprendere una g.; muovere g.; portare la g. a uno stato; fare la g. (di ragazzi, giocare alla g.), diverso da fare una g., prendervi parte come combattente (aveva fatto la g. di Libia, opp. aveva fatto la g. in Etiopia); essere, entrare in g.; andare in g., tornare dalla g.; condurre, guidare, dirigere la g.; finire, vincere, perdere la g.; lo scoppio, l’inizio, il termine d’una g.; a g. finita; in tempo di g., nel periodo in cui essa è, o era, in atto; in caso di g. (per caso di g., anche fig., v. casus belli); essere in assetto di g., sul piede di g., pronti a iniziare una guerra; le rovine, le devastazioni, gli orrori della g.; restrizioni di g.; prigionieri di g.; macchine, munizioni, navi, aeroplani da g.; trombe di g.; il campo, la sede, il teatro, lo scacchiere della g.; l’arte della g., il complesso delle nozioni necessarie per la direzione delle operazioni belliche, di solito raggruppate nei tre settori della logistica, strategia e tattica; scuole di g., speciali scuole superiori per la preparazione teorica e pratica degli ufficiali di stato maggiore; uomo di g. (ormai ant.), guerriero; grido di g., che incita al combattimento; nome di g. (v. nome, n. 2 b). Locuzioni più tecniche: legislazione, legge di g., adattate alle circostanze della guerra (invece, le leggi della g., le regole dell’arte militare o le esigenze che la guerra per sé stessa impone agli stati belligeranti e agli eserciti); diritto penale (e diritto processuale penale) militare di g.; consiglio, tribunale di g.; zona di g., parte del territorio nazionale nel quale, durante lo stato bellico, viene applicata la legge di guerra (diversa perciò dalla zona di operazioni); danni di g., i danni patrimoniali che un conflitto armato produce a soggetti privati o pubblici differenti dallo stato, e, nel diritto internazionale, le indennità, dette anche indennità di g., riparazioni di g., dovute da uno stato a un altro stato, in seguito a una guerra svoltasi tra essi, a titolo di risarcimento per le perdite subìte dal secondo durante le operazioni belliche e per effetto di queste (nella pratica, l’obbligo del risarcimento è previsto soltanto per lo stato che subisce il trattato di pace, non per gli stati vincitori che lo dettano, i quali impongono il risarcimento mediante apposite clausole contenute nel trattato stesso); economia di g., il particolare tipo di economia che si instaura nei paesi belligeranti e in genere in quelli che subiscono le conseguenze di un conflitto bellico, con trasformazioni che riguardano sia la produzione interna, sia gli scambî con l’estero, sia soprattutto la misura dell’intervento dello stato nella vita economica; profitti, sopraprofitti di g., imposte di guerra. In rapporto alle cause che provocano (o hanno provocato) il conflitto o ai fini che si vogliono conseguire: g. di conquista, g. di liberazione; g. di religione, guerra, spesso civile, che ha per causa divergenze in materia di fede religiosa; g. santa, fatta in nome della religione e in difesa di questa; g. all’oppressore, all’invasore, ecc.; g. preventiva (calco dell’ingl. preventive war), scatenata per prevenire l’attacco del nemico; g. umanitaria (v. umanitario). In relazione ai mezzi adoperati, al modo di combattere, alle armi o alle forze impiegate nel combattimento, e sim.: g. atomica o nucleare, che fa uso delle armi nucleari; g. batteriologica, l’uso a scopo bellico di virus e di microrganismi patogeni per l’uomo, gli animali, le piante; con sign. più ampio, g. biologica, complesso di metodi e mezzi aggressivi che può comprendere l’uso di tossine batteriche nonché trasmettitori di germi patogeni e d’artropodi capaci di danneggiare raccolti o prodotti industriali; g. chimica, l’uso a scopo bellico di aggressivi chimici (defolianti, gas tossici, ecc.), ma anche di sostanze fumogene e mezzi incendiarî; g. geofisica (v. geofisico, n. 1); g. elettronica, adozione, pianificata e coordinata, di misure atte a impedire l’efficace uso da parte del nemico delle sue apparecchiature radioelettriche (radar, apparecchi di comunicazione, ecc.) e di armi (razzi, missili) a guida elettronica, e al tempo stesso assicurare l’efficace uso di apparecchiature del genere da parte delle forze amiche; g. offensiva, difensiva; g. di movimento, di posizione; g. terrestre, navale (o marittima), aerea, ecc.; g. partigiana, condotta da formazioni irregolari armate che agiscono sul territorio invaso dal nemico (v. partigiano, n. 2 b). Con riferimento alla violenza, all’entità, alla diffusione spaziale: g. accanita, crudele, tremenda, sanguinosa, micidiale; g. a coltello, all’ultimo sangue; g. aperta, dichiarata e combattuta apertamente; g. a fondo (v. guerrafondaio); g. lampo (v. Blitzkrieg; lampo, n. 3 b); g. totale, senza esclusione di mezzi e senza risparmio della popolazione civile; g. mondiale, a cui prendono parte paesi di varî continenti (in partic., 1a g. mondiale, quella del 1914-18, detta anche, per antonomasia, Grande g., con iniziale maiuscola; 2a g. mondiale, quella del 1939-45); g. di giganti, tra grandi potenze. Nella tradizione storiografica le varie guerre sono indicate con denominazioni particolari, consacrate dall’uso, le quali possono alludere alla durata della guerra, al fine politico con essa raggiunto, al nome dei popoli in conflitto (presso gli antichi Romani quasi sempre al nome del popolo avverso), al nome del condottiero più eminente, del teatro delle operazioni, ecc.: g. dei Cent’anni, dei Trent’anni; g. russo-giapponese; g. sannitiche; g. mitridatiche; g. napoleoniche. 2. Usi estens.: a. G. civile o cittadina o intestina o interna, combattuta tra i cittadini di uno stesso stato diviso in fazioni; con accezione più strettamente giuridica, g. civile, conflitto che si svolge non fra stati sovrani ma nell’interno di uno stato fra il governo di questo e un gruppo insurrezionale (che può essere, a seconda dei casi, un partito rivoluzionario, stati membri di uno stato federale in lotta contro il governo federale, oppure uno stato protetto ribellatosi allo stato protettore, ecc.). b. G. fredda (calco dell’ingl. cold war), complesso di azioni ostili, politiche, diplomatiche o di propaganda tra potenze antagoniste, tra le quali non è in atto una g. calda, cioè un conflitto militare (per estens., situazione di ostilita o di rivalità coperta fra gruppi politici, economici, e sim., o anche fra persone). G. dei nervi, g. psicologica, guerra di propaganda, intesa a scuotere il morale dell’avversario sia nel caso di guerra fredda sia in quello di guerra aperta o dichiarata. G. doganale o g. di tariffe, conflitto sul piano economico tra due paesi che cercano di danneggiare reciprocamente i loro commerci elevando dazî doganali o imponendo divieti; anche, g. commerciale (e specificando i generi che sono oggetto di conflitto tra paesi produttori: g. del vino, g. del merluzzo, ecc.). c. ant. o poet. Combattimento: or più fiera si fa l’orrenda g. (Berni). 3. fig. a. Serie di atti ostili tra due o più persone o gruppi; lotta, discordia, contesa: guerre fra partiti; una delle solite g. fra letterati; g. tra suocera e nuora; g. tra commercianti in concorrenza; perché dunque, potrei dirvi, vi siete voi impegnato in un ministero che v’impone di stare in g. con le passioni del secolo? (Manzoni); g. a colpi di spillo, ostilità non aperta ma ostinata e puntigliosa, che si manifesta con dispettucci e malignità; g. di ingiurie, di calunnie, di reciproche accuse. Con altro senso, fare, muovere g. alle superstizioni, ai pregiudizî e sim., lottare contro di essi, cercare di distruggerli, di estirparli; partire in g. contro qualcuno o qualche cosa, attaccare con decisione e con accanimento. b. Lotta di forze (anche astratte) in contrasto fra loro: la g. dei venti, degli elementi; Vidi in un punto sol i venti e ’l mare Con sì crucciosa fronte a g. insieme (L. Alamanni); In quanta g. di pensier mi pone (Giusti); la g. delle passioni, nell’animo dell’uomo. c. poet. Travaglio, fatica, difficoltà: e io sol uno M’apparecchiava a sostener la guerra Sì del cammino e sì de la pietate (Dante). ◆ Dim. guerricciòla (letter. guerricciuòla), guerra di breve durata e di poca gravità; anche in senso fig., con riferimento a contrasti, litigi e sim.: tra queste deplorabili guerricciole con sé e con gli altri, aveva varcata la puerizia (Manzoni).