guatare
v. tr. [dal germ. wahten, cfr. ted. Wacht «guardia»], letter. – 1. Guardare con fissità o con intenzione, mostrando uno stato d’animo particolare, quale paura, sospetto, stupore, curiosità, interesse e sim.: come quei che con lena affannata, Uscito fuor del pelago a la riva, Si volge a l’acqua perigliosa e guata (Dante); avendolo più volte Lisabetta guatato, avvenne che egli le incominciò stranamente a piacere (Boccaccio); Ben si conosce al vólto Attila il fello Che con occhi di drago ei par che guati (T. Tasso); vede ... Le donne superbe, con pallida faccia, I figli pensosi pensose guatar (Manzoni). Anche come rifl. reciproco: i due rivali si guatavano l’un l’altro con odio. 2. ant. Badare, considerare, e, raro, vedere, scoprire con lo sguardo: E cavalcando poi meglio la guata Molto esser bella e di maniere accorte (Ariosto).