guardiano
s. m. (f. -a) e agg. [der. di guardia1, o direttamente da guardare; non è però esclusa una derivazione dal fr. gardien e provenz. gardian]. – 1. s. m. Genericam., chi è addetto alla custodia e alla vigilanza di beni mobili o immobili a lui affidati: g. d’una villa, d’un faro, di un pontile, di un’imbarcazione, d’uno stabilimento, d’un magazzino, d’una mandria di cavalli, ecc. Più specificamente, chi è addetto alla sorveglianza di una determinata area, con il compito di impedire che vi si introducano estranei non autorizzati, che si verifichino atti contrarî alle disposizioni particolari e generali, e che siano danneggiate persone o cose a lui affidate; g. notturno, incaricato della sorveglianza durante la notte. Nella classificazione professionale, g. idraulico, l’addetto alla sorveglianza e manutenzione, ed eventualmente alla riparazione, degli impianti di erogazione e della rete di distribuzione dell’acqua potabile. 2. s. m. a. Nell’ordine francescano, il superiore del convento (detto anche padre g.); è nome e ufficio introdotto da s. Francesco nella regola, e originariamente designava il capogruppo dei frati che andavano in missione. b. Capo, superiore di alcune confraternite o congregazioni religiose. 3. agg. Con funzione di attributo, in marina: a. Àncora guardiana: in passato, una delle àncore disponibili a bordo che, con la nave alla fonda in acque non portuali, veniva filata a picco sotto la prua senza bloccarne la catena, in modo che se l’àncora d’ormeggio arava (e quindi la nave si spostava), la guardiana, ferma sul fondo, faceva scorrere la catena dando l’allarme; oggi è nome dato talvolta all’àncora di posta pronta a essere affondata in aggiunta alla prima àncora in caso di tempo avverso, quando la nave è alla fonda in acque ristrette. b. Molo guardiano: molo a difesa di un porto, spec. fluviale, contro l’effetto insabbiatore delle correnti.