grosso1
gròsso1 agg. [lat. tardo grŏssus]. – 1. In senso relativo, di oggetto che ha una certa grossezza (la quale è precisata da un’espressione numerica, o è genericamente determinata da un avverbio o da una similitudine): un volume g. tre dita; molto, poco, assai g.; g. come un elefante, come una noce, come un granello di pepe; accennando con le mani: g. così, g. tanto. 2. Che ha dimensioni notevoli, superiori a quelle ordinarie: a. Con riferimento al volume, alla mole: un g. macigno; un g. fabbricato; una g. campana; pere, mele g.; uva di g. chicchi; sabbia, ghiaia g.; Grandine g., acqua tinta e neve (Dante); gli cadevan giù g. lacrimoni. b. Con riferimento al diametro: filo, spago g.; una g. fune; capelli g.; dita grosse; un g. bastone, una g. trave. c. Con riferimento allo spessore: panno, cuoio, cartone g.; un g. libro; un g. muro. d. Con riferimento all’estensione (e insieme anche all’importanza): un g. paese, un g. centro (ma di città, grande); un g. podere, un g. complesso industriale. e. Di animali e di persone, indica insieme lo sviluppo del corpo e la robustezza: un g. cane, un g. cavallo; un uomo grande e g., un g. omaccione; anche con riferimento a singole parti del corpo: labbra g.; testa g.; ha il naso grosso. Di donna, essere grossa, fam., essere incinta: è grossa di sei mesi; diventare grossa, farsi grossa, nel processo della gravidanza. f. Talvolta si contrappone semplicem. a piccolo: pescare un g. pesce. Spec. riferito a persona, con riguardo alla potenza dei mezzi: un g. possidente, un g. industriale; ma anche come sinon. generico di grande, nell’uso linguistico più recente: un g. attore, un g. campione, e sim. Più com. in alcune espressioni fig.: un pezzo g., una persona potente, autorevole; cani g., gli alti dirigenti di un partito, le persone più in vista in un’organizzazione anche economica, e sim.; prov., i pesci g. mangiano quelli piccoli, i potenti sopraffanno i più deboli. g. Detto di distese e corsi d’acqua, gonfio, burrascoso: mare g.; il lago era g.; analogam., g. onde, g. cavalloni; fiume, torrente g., in piena. Con sign. più specifico, in marina (secondo i valori della scala internazionale), mare g., o mare 7, stato del mare caratterizzato da onde gonfie e alte in media tra i 6 e i 9 metri; mare molto g., o mare 8, stato del mare quasi tempestoso con onde alte in media tra i 9 e i 14 metri. h. Con riferimento alla quantità, alla potenza o entità numerica: una g. flotta, un g. esercito; una g. eredità, una g. fortuna; debiti, guadagni g.; g. spese; una g. multa; lavoranti, attirati negli stati vicini da promesse, da privilegi e da g. paghe (Manzoni). i. In confronto (per lo più sottinteso) ad altra cosa analoga di minore grossezza: dito g., l’alluce e, meno com., il pollice; sale g., di grossa grana, non raffinato (in contrapp. a fino); pasta g., quella da fare asciutta, cioè maccheroni, lasagne, cannelloni e sim.; bestie g., tutti i grandi mammiferi, spec. i bovini e gli equini (in contrapp. al bestiame minuto); caccia g., ai grossi animali della foresta; fig., aria g., densa, pesante (in contrapp. a fine, leggera). 3. Usi fig.: a. Come sinon. di grave (nei sign. fig. di quest’aggettivo e limitatamente a determinate espressioni): g. fatica, dura a sopportarsi; g. difficoltà, seria, difficile a superare; g. rischio, che comporta un serio pericolo; per estens., di cose o fatti che possono avere conseguenze dannose, o che implicano un giudizio severo: g. errore, g. sproposito; dire una g. bugia; fare una g. corbelleria, una g. stupidaggine; aveva sentito raccontar cose g. de’ frugamenti e dell’interrogazioni a cui venivan sottoposti quelli che arrivavan dalla campagna (Manzoni); e in genere di ciò che include l’idea del male, quando questo sia rilevante: provocare un g. danno; è stata per lui una g. disgrazia; è davvero un g. guaio; è scoppiato un g. scandalo (dove l’agg. dice non solo la gravità dello scandalo in sé ma anche la sua divulgazione e il gran numero di persone che vi sono coinvolte); con accezione propria, parole g., acerbe, spiacevoli, gravemente offensive. Con valore più generico, in frasi in cui l’agg. è sostantivato o riferito a complementi indeterminati: ora succede qualcosa di g.; dirla, farla g. (s’intende, corbelleria, imprudenza, gaffe e sim.), e così dirne di grosse (con sign. talvolta più grave); dirle, sballarle, raccontarle g. (fandonie, frottole); questa è g.!, di cosa spropositata o difficile a credersi. b. Con riferimento a facoltà fisiche, poco sviluppato, non affinato: avere l’udito g., essere duro d’orecchio, un po’ sordo; avere la voce g., rude, non educata (ma, fare la voce g., parlare con tono risentito o minaccioso); avere il fiato g., essere affannato; se ne andò colle spalle e il cuore grossi (Verga), gonfî di disperazione. c. Di persona, rozzo, grossolano: è gente g.; essere g. di mente, di cervello, poco intelligente; uomo g., o anche di g. pasta, ignorante, semplicione: uomo idiota era e di g. pasta (Boccaccio). Con il sign. di grossolano, rozzo aveva anticam. uso anche più ampio: etati grosse (Dante), tempi di decadenza; vivande g. (Boccaccio), non delicate, non raffinate. 4. Come s. m., la parte più grossa di qualche cosa: il g. della gamba, il g. del fiasco o di un vaso; più com., la parte quantitativamente più rilevante: il g. del lavoro è ancora da fare; o la parte più numerosa e compatta: il g. dell’esercito, della flotta (in genere, nel linguaggio milit., il g. è l’aliquota principale di un’unità, di un complesso di forze, di una colonna in marcia, ecc.); nel linguaggio sport., sinon. di gruppo (nelle gare ciclistiche): il g. segue a cinque minuti. Con sign. più specifici o tecnici: a. In botanica, grossi, i frutti del fico della prima generazione, detti di solito fichi fiori o fichifiori. b. Grossi di Piacenza, nome di una razza di colombi. c. Nell’industria mineraria, una delle tre categorie in cui si usa suddividere, in base al volume dei singoli pezzi, il materiale, e che comprende i pezzi o blocchi di diametro non inferiore a 5 cm. 5. Con valore avverbiale: scrivere grosso, di penne o sim., con tratto molto marcato (l’opposto di fine); fig., bere grosso, credere a tutto ciò che si sente dire, prestare fede a qualsiasi fandonia. 6. Locuzioni avv.: a. In grosso, in generale, all’ingrosso (locuz., questa, molto più com., benché linguisticamente meno corretta: v. ingrosso): considerare, calcolare in g.; un conto fatto così in g., approssimativamente; vendere, comprare, commerciare in g., a grosse partite, il contr. di a (o al) minuto. b. Di grosso, di molto, in frasi come sbagliare, ingannarsi di g. (anticam. aveva sign. più generico: in gran quantità, in gran numero, e sim.); meno com., a un di g. o a un digrosso, a un dipresso, all’incirca. c. non com. Alla grossa, superficialmente: se tu guardi pel sottile, io guardo alla g. (Leopardi). ◆ Dim. grossétto, grossino, grossettino, grosserèllo; accr. grossòtto, non com. grossóne; pegg., non com., grossàccio. ◆ Avv. grossaménte, poco com. e per lo più nel sign. fig. di grossolanamente, alla buona, o superficialmente, approssimativamente: un disegno grossamente abbozzato; una statua lignea eseguita grossamente; grossamente giudicando; mostrandogli così grossamente, come il più i mercatanti sanno fare, per quali ragioni la nostra [fede] era migliore che la giudaica (Boccaccio).