grillesco
agg. (iron.) Tipico di Beppe Grillo. ◆ la mannaia della ipersatira grillesca comincerà inesorabilmente ad abbattersi sulle teste doc alla ribalta di questi tempi: di striscio su [Silvio] Berlusconi (basta parlare di lui: mi ha stufato), [Piero] Fassino, [Fausto] Bertinotti, [Gianfranco] Fini. (Giovanni Barberis, Stampa, 23 ottobre 2003, Vercelli, p. 39) • chi ha potuto, più di tutti, giovarsi dell’effetto Grillo è stato giovedì Michele Santoro: la puntata improntata ad un grillismo militante, ha battuto ogni record: se la media del programma era, la scorsa stagione, del 13,22%, il fantasma ha omaggiato Michele con uno strepitoso 20,94% di share (+7%). 4.908.000 spettatori in media (ma con punte di oltre sei milioni proprio sui frammenti grilleschi) hanno seguito «Annozero». (Aldo Grasso, Corriere della sera, 24 settembre 2007, p. 45, Spettacoli & Tv) • Lui (Alberto Bognanni) è un qualunquista disincantato, perfetto target per il populismo antipolitico grillesco – e infatti i suoi aforismi fuori campo spesso lo sfiorano – lei (Sabrina Paravicini) una radical chic con «Bandiera Rossa» nella segreteria telefonica, il manifesto elettorale di [Francesco] Rutelli a coprire Che Guevara, sue foto alle pareti con Fausto Bertinotti e Dario Fo. (Boris Sollazzo, Liberazione, 20 giugno 2008, p. 13, Spettacoli).
Derivato dal nome proprio (Beppe) Grillo con l’aggiunta del suffisso -esco.
Già attestato nella Stampa del 5 giugno 1994, p. 45, In Città (Gabriele Ferraris).