grembo
grèmbo s. m. [lat. grĕmium, con influenza di lémbo]. – 1. La concavità che, in una persona seduta, si forma tra le ginocchia e il seno (con partic. riferimento a donne): Da’ be’ rami scendea ... Una pioggia di fior’ sovra ’l suo g. (Petrarca); posare il capo nel g. della madre. Nell’uso è comune spec. la locuz. in grembo: la mamma prende, tiene in g. il suo piccino. 2. fig. a. L’utero di donna incinta, e in genere la parte interna del corpo femminile in cui si forma il bambino; soprattutto nelle frasi avere, portare in g., e sim. Più genericam., la parte interna di qualche cosa, nelle locuz. in grembo a, nel grembo di, con gli stessi usi fig. di seno: tesori nascosti nel g. della terra; Tondo è il ricco edificio, e nel più chiuso Grembo di lui ... Un giardin v’ha (T. Tasso); la terra che lo raccolse infante e lo nutriva, Nel suo g. materno ultimo asilo Porgendo (Foscolo). Anche di gruppi di persone, di comunità: in g. a li Antenori (Dante), in terra padovana; figliuol prodigo tornato in g. alla famiglia; negletta prole Nascemmo al pianto, e la ragione in grembo De’ celesti si posa (Leopardi); visse e morì in g. alla Chiesa; similmente (parlando di chiese, partiti o altre istituzioni): escludere dal proprio g., riammettere nel proprio grembo. b. Con altro senso fig., gettarsi in g. a qualcuno, affidarglisi completamente; meno com., mettere in g. a qualcuno, dare in sua balìa, in suo potere: quello che la fortuna ha messo loro in g. (Machiavelli). c. poet. Avvallamento, letto di un lago o di un fiume, e sim.: Dove la costa face di sé grembo (Dante), dove il pendio del monte forma una valletta; Spiana i monti de l’onde aura soave, E solo increspa il bel ceruleo g. (T. Tasso), la superficie del mare. 3. estens., ant. a. Grembiule, o lembo del vestito sollevato a formare una conca per mettervi dentro qualcosa: fatto del mantello g., quello di pietre empié (Boccaccio). b. Grembiulata: Per un g. di bei fiori Mille amanti io donerei (Redi). 4. In araldica, figura, detta anche girone, in forma di triangolo che ha la base su un lato dello scudo e il vertice al centro: g. franco, quando ha la base nella metà superiore del fianco destro; g. ritondato, se movendo da uno dei lati s’incurva verso il centro; g. in fascia, se ha la base su un fianco e tocca l’altro col vertice.