gravido
gràvido agg. [dal lat. gravĭdus «aggravato» (e, nel femm., «incinta»), der. di gravis «grave, pesante»]. – 1. Di donna, e in genere della femmina dei mammiferi, che è in stato di gravidanza, che è stata cioè fecondata e porta in sé il prodotto del concepimento; si usa di solito al femm., ed è sinon. meno com. di incinta riferito a donna, mentre si alterna con pregna riferito ad animale: essere, restare gravida; sua moglie è g. di sette mesi; Lasciolla quivi, gravida, soletta (Dante); una gatta g.; Tu sei come una gravida Giovenca (Saba); il complemento che segue, introdotto dalla prep. di, può indicare sia l’autore del concepimento (per es., la lasciò g. di sé), sia il prodotto del concepimento (per es., in quel periodo, era g. del suo primogenito); con la seconda accezione, anticam. anche gravida in: il sogno della madre del nostro poeta, quando in lui era gravida (Boccaccio). Può essere riferito anche al grembo, all’utero, al ventre della donna o dell’animale, e in questo caso è usato il masch. 2. estens. a. Pieno, carico: Parvermi i rami g. e vivaci D’un altro pomo (Dante); torre ... Gravida d’arme e g. di gente (T. Tasso); nubi g. di pioggia. Anche in senso fig.: sentenza g. di profondi insegnamenti; parole g. d’un senso misterioso (Manzoni); e se d’angoscia Porto g. il cor (Leopardi); g. di conseguenze, di atti o fatti anche di per sé trascurabili, ma notevoli per il numero e la gravità delle conseguenze. b. tosc. Panino g., panino imbottito.