grattarolo
s. m. Chi vive di espedienti, chi si appropria di beni di nessuno senza averne titolo. ◆ Vive da vent’anni alle spalle della Fontana di Trevi raccogliendo le monetine lanciate dai turisti. Roberto Cercelletta, più noto come «D’Artagnan», è il «grattarolo» più famoso della capitale. Per sei giorni alla settimana i «nichelini» sono suoi, il settimo lascia la raccolta alla Caritas, che sarebbe la destinataria del denaro in base a un accordo con il Comune. (Corriere della sera, 27 luglio 2002, p. 1, Prima pagina) • I nichelini della fontana di Trevi l’aiutavano a sopravvivere, nonostante altri «grattaroli» fossero più agguerriti, (Lavinia Di Gianvito e Ilaria Sacchettoni, Corriere della sera, 7 ottobre 2003, p. 53).
Derivato dal v. intr. grattare con l’aggiunta del suffisso -arolo.
Già attestato nel Corriere della sera del 5 settembre 1995, p. 37, Cronaca di Roma (Lilli Garrone).