gradire
v. tr. [lat. *gratire, der. di gratus «gradito, accetto»] (io gradisco, tu gradisci, ecc.). – 1. Ricevere, accogliere, accettare di buon animo, con soddisfazione, con piacere: g. un regalo, una visita, una notizia; ho gradito molto il tuo invito; ha mostrato di non g. le vostre cortesie; Or ti piaccia gradir la sua venuta (Dante); non lo gradisco in casa mia (o, con prop. oggettiva: non gradisco vederlo in casa mia; non gradisco che frequenti casa nostra); sono scherzi che non gradisco; come formula di congedo: gradite i miei rispetti; e, spec. in passato, nelle chiuse epistolari: gradisca, voglia g., si degni g. i segni della mia riconoscenza, l’espressione dei miei sentimenti, della mia devozione, e sim. È spesso usato in formule di cortesia nell’offrire cibi o bevande: gradisci una fetta di dolce?; e assol., gradisca, voglia g., offrendo qualcosa; accetterò per g. (per mostrare cioè che l’offerta mi è grata); o, in altri casi, per chiedere garbatamente qualche cosa: gradirei un bicchiere d’acqua; quindi, in genere, desiderare, volere: gradirei di sapere, di sentire; gradiremmo che glielo dicessi tu; se permetti, gradirei farti una domanda; ma può anche esprimere risentimento o desiderio più imperioso: gradirei sapere chi vi ha dato quest’ordine. 2. non com. Con uso intr. (aus. avere), essere conforme al gusto, far piacere (parlando di cibi e sim.): le gradirebbe una tazza di caffè?; più genericam., andare a genio, garbare: non mi gradisce affatto che tu vada in giro a quest’ora. ◆ Part. pass. gradito, anche come agg. (v. la voce).