giustificare
(ant. anche iustificare) v. tr. [dal lat. tardo iustificare, comp. di iustus «giusto» e tema di facĕre «fare»] (io giustìfico, tu giustìfichi, ecc.). – 1. a. Rendere giusto, cioè puro, libero da colpa e in partic., nel linguaggio teologico, amico di Dio e degno del premio eterno: non puote nessuno essere iustificato, se prima non confessa li suoi peccati (Passavanti); Dio con la grazia giustifica l’uomo. b. Con soggetto di cosa, fare sì che un atto, pur non essendo giusto in sé, debba essere ritenuto tale, cioè legittimo, non imputabile a colpa, in base a speciali considerazioni: la bontà del fine giustifica i mezzi (v. anche la frase prov. il fine giustifica i mezzi); l’assurdità dell’accusa giustifica pienamente la sua reazione; l’ignoranza della legge non giustifica la sua violazione. c. Riconoscere o dichiarare giusto, privo di colpa o per lo meno scusabile: il preside ha giustificato la mia assenza; bisogna giustificarlo se, nelle sue condizioni, ha finito con l’accettare l’offerta; è una mancanza di riguardo che non può essere in nessun modo giustificata. 2. a. Dimostrare con valide ragioni, o provare, documentare (in genere davanti a un superiore o a chi ha diritto di giudicare) la regolarità e la giustezza, o anche l’utilità, l’inevitabilità di un’azione, di un fatto: g. la propria condotta; g. un provvedimento eccezionale; g. l’operato di un proprio dipendente; g. una spesa, dimostrare che è stata fatta regolarmente o per giusti motivi o a un fine utile; g. le (proprie) assenze, provare che sono dovute a causa di forza maggiore; in partic., nella scuola, g. un’assenza, o g. un alunno, accettare e registrare, da parte del docente, la motivazione di un’assenza comunicata dai genitori su apposito documento (libretto delle giustificazioni). Anche, far apparire giusta una cosa che non lo è: riuscì a g. i suoi illeciti guadagni; voleva ad ogni costo g. l’uso della violenza. b. Con compl. oggetto di persona, dimostrare che uno non è in colpa, adducendo scuse e spiegazioni del suo operato: è inutile che tu tenti di giustificarlo. Nel rifl., giustificarsi, rendere ragione delle proprie azioni, dichiarando o provando di avere agito rettamente, o senza intenzione di far male, o perché costretti dalle circostanze (sinon. spesso di scagionarsi, scolparsi): mi sono giustificato personalmente con il direttore per il mio ritardo; tentava di giustificarsi gettando la colpa addosso ai suoi compagni. 3. In tipografia, portare la linea di composizione alla giustezza necessaria, con una conveniente spaziatura dei caratteri (v. giustificazione); anche, effettuare l’analoga operazione in videoscrittura. ◆ Part. pres. giustificante, come agg. nella locuz. teologica grazia giustificante, la gratuita giustificazione che Dio concede all’uomo per i meriti di Cristo. ◆ Part. pass. giustificato, anche come agg. (v. la voce).