giunco1
giunco1 s. m. [lat. iuncus] (pl. -chi). – 1. Nome di varie erbe palustri con cauli e foglie rigidi, cilindrici o prismatici, appartenenti ai generi Juncus delle giuncacee, Scirpus e Schoenus delle ciperacee, ecc., che costituiscono spesso cenosi pure (dette giuncheti), molto estese, lungo le rive dei laghi e dei corsi d’acqua. Hanno denominazioni proprie: il g. fiorito (Butomus umbellatus), pianta acquatica perenne della famiglia butomacee, con numerose foglie lunghe e strette a base triangolare, scapo alto un metro e più, con una grande ombrella di fiori rosei, trimeri; il g. da stuoie o g. di palude o nocco (Scirpus lacustris), erba perenne della famiglia ciperacee, con grosso rizoma strisciante dal quale sorgono varî fusti giunchiformi, cilindrici, verdi, alti sino a tre metri, comune nei fossi, laghi e paludi in tutto il mondo; il g. tondo, nome tosc. di varie piante palustri della famiglia ciperacee; il g. marino, nome tosc. e letter. dello sparto. 2. Il fusto di queste piante, frequentemente adoperato, per le sue doti di robustezza e di elasticità, per lavori varî d’intreccio o per legamenti rustici, con lo stesso uso dei vimini: una stuoia, un canestro, una seggiola, una tettoia di giunchi; anche al sing., con valore collettivo: su una sedia di giunco a sdrajo, s’immergeva per alcune ore nella lettura (Pirandello). 3. Per le sue qualità più caratteristiche, il nome della pianta è spesso termine di comparazione e, in usi fig., è simbolo della docilità: esile, sottile come un g.; pieghevole, flessibile come un g.; fremere, tremare come un giunco. In Dante (Purg. I, 100-105) simboleggia la disposizione d’animo umile con cui ci si deve avviare alla espiazione: Questa isoletta intorno ad imo ad imo ... Porta di giunchi sovra ’l molle limo: Null’altra pianta che facesse fronda O indurasse, vi puote aver vita, Però ch’a le percosse non seconda.