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giudicare

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giudicare


(letter. ant. iudicare) v. tr. e intr. [lat. iūdĭcare, der. di iudex -dĭcis «giudice»] (io giùdico, tu giùdichi, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. a. assol. Esercitare la facoltà del giudizio: essere capace, incapace di g.; g. con la testa propria; anche, distinguere, discernere: g. ciò che è bene e ciò che è male; con uso intr.: l’occhio giudica dei colori, l’orecchio dei suoni. b. Formulare dentro di sé, o esprimere, un giudizio di valore, di merito, di approvazione o di biasimo su persone o cose (anche in questa accezione è spesso usato assol.): g. dall’apparenza; prov., mal si giudica il cavallo dalla sella; g. a occhio e croce, approssimativamente, senza un esame approfondito; astenersi dal g.; la commissione lo ha giudicato idoneo; con riferimento a giudizî critici o estetici: g. un libro, un quadro, ecc. Più in partic., formulare un giudizio di natura morale: lo hai giudicato troppo severamente; non vorrei che tu mi giudicassi male (o che tu giudicassi male i miei atti, il mio comportamento); spesso, il giudizio di severità o di condanna è implicito: si fa presto a g.; è troppo facile g. gli altri; l’opinione pubblica lo ha già giudicato; non sta a te giudicarmi (anche intr.: non hai il diritto di g. delle mie azioni); ti sei giudicato da te; cfr. anche i passi evangelici: non giudicate e non sarete giudicati (Luca 6,37, lat. «Nolite iudicare et non iudicabimini»), e non giudicate affinché non siate giudicati; infatti voi sarete giudicati con lo stesso giudizio col quale avrete giudicato ... (Matteo 7 1-2, lat. «Nolite iudicare ut non iudicemini. In quo enim iudicio iudicaveritis iudicabimini...»). Con riferimento al magistrato, all’autorità giudiziaria, emettere un verdetto, pronunciare una sentenza: g. una causa, una lite, una controversia (anche intr., g. di una causa, ecc.); il tribunale lo ha giudicato colpevole; è stato giudicato dal tribunale militare; in qualche caso, condannare: il Duca ... molti di quelli cittadini punì in denari, molti ne giudicò alle carceri, molti all’esiglio, ed alcuni alla morte (Machiavelli). 2. estens. a. Stimare, reputare, considerare: ti giudico incapace di tanto; lo giudicai un brav’uomo; tutto quel che fai tu lo giudico ben fatto. b. Essere d’opinione: giudicò più opportuno tacere; giudico che sia meglio attendere. 3. ant. Aggiudicare: [Paride] l’avrebbe giudicato a Venere [il pomo] (Pulci). 4. intr. Nel linguaggio marin., si dice che un cavo giudica bene o giudica male, secondo che la via ch’esso percorre sia più o meno favorevole alla sua efficace azione. ◆ Part. pres. giudicante, anche come agg., che giudica, o che è chiamato a formulare un giudizio: Onde refulge a noi Dio giudicante (Dante); il tribunale, il collegio, e in senso più ampio l’organo giudicante (cioè il magistrato o il collegio dei magistrati, e in taluni casi anche i giudici popolari, chiamati a giudicare); raro come s. m., il giudicante, colui che giudica, il giudice: il giudicante, sciolte Varie di caldi giovani contese, Sorge dal foro (Pindemonte). ◆ Part. pass. giudicato, anche come agg. e s. m. (v. giudicato1).

Sinonimi e contrari
giudicare
giudicare (lett. ant. iudicare) [lat. iūdĭcare, der. di iudex -dĭcis "giudice"] (io giùdico, tu giùdichi, ecc.). - ■ v. tr. 1. a. [assol., esercitare la facoltà del giudizio: essere incapace di g.] ≈ discernere, pronunciarsi, vagliare, valutare,...
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