girotondaro
s. m. Chi manifesta, partecipando a girotondi simbolici, in sostegno della legalità e dei temi connessi all’amministrazione della giustizia e alla pluralità dell’informazione. ◆ A Roma è stata un’improvvisata, a Milano hanno già scelto il colore sociale della ditta – arancione, «l’unico non ancora saccheggiato dai partiti» – e preparato pure un «badge della legalità»: forma rettangolare, sopra ci saranno disegnate due mani (pulite, figurarsi). E poi i soldi: a Milano per affittare il Palavobis servono 15 mila euro? Li troveranno con una «collettona». Detto di queste differenze quasi antropologiche tra le città, l’oggetto poi è simile, e i «girotondari» della Capitale si conoscono con quelli milanesi. (Jacopo Iacoboni, Stampa, 21 febbraio 2002, p. 9, Interno).
Derivato dal s. m. girotondo con l’aggiunta del suffisso -aro.
V. anche girotondaio.