gigione
gigióne s. m. (f., non com., -a) [accr. di Gigi, ipocoristico di Luigi]. – 1. Originariamente, nel gergo teatrale, scherzoso appellativo usato nel piccolo mondo di artisti che vivevano ai margini del teatro lirico milanese per designare una caricaturale figura di cantante sfiatato, soddisfatto di sé, vanaglorioso, sempre pronto a ricordare immaginarî trionfi, incline a un abbigliamento pretenziosamente originale e alle espressioni toscaneggianti (l’attore milanese E. Ferravilla ne fece uno dei tipi più riusciti delle sue interpretazioni). Il termine passò poi nel linguaggio teatrale a designare attori, anche di merito, che tendono a strafare, o a raggiungere facili effetti scenici. 2. Per estens., nel linguaggio com., persona di scarso merito ma di grande presunzione e vanità, che cerca di ottenere ammirazione sfruttando con teatrali esibizioni qualità e risorse esteriori di facile successo: essere un g., fare il gigione.