giacere /dʒa'tʃere/ v. intr. [lat. iacēre] (pres. indic. giàccio, giaci, giace, giacciamo, giacéte, giàcciono; pres. cong. giàccia, ... giacciamo, giacciate, giàcciano; pass. rem. giàcqui, giacésti, ecc.; part. pass. giaciuto; aus. essere o avere). - 1. a. [stare disteso e inerte: g. a letto, in terra]. b. (estens.) [essere coricato a letto, spec. per malattia: g. immobile da anni] ≈ languire. c. (lett.) [avere rapporti sessuali, anche con la prep. con e nella forma giacersi: Amo una donna con cui mai non giacqui Né mai mi giacerò (U. Saba)] ≈ accoppiarsi, andare a letto, copulare, (fam.) fare l'amore, (volg.) scopare, (volg.) trombare. 2. (estens.) [essere situato, detto spec. di luogo posto in basso o in zone pianeggianti: un paesino che giace fra due colline] ≈ situarsi, stare, trovarsi. ‖ distendersi. 3. (fig.) a. [di persona, trovarsi in una situazione disagiata, senza la possibilità o la volontà di uscirne, con la prep. in: g. nella miseria] ≈ trovarsi, versare. b. [di cosa, essere abbandonato, trascurato e sim.: carte che giacciono da anni in un cassetto] ≈ ristagnare.