gettare
(ant. e poet. gittare) v. tr. [lat. *iectare, lat. class. iactare, intens. di iacĕre «gettare»] (io gètto, ecc.). – 1. a. Lanciare con la mano e con una certa forza nello spazio o verso un punto determinato; è in genere sinon. di buttare, che in molti casi è più pop.: g. un sasso (in un luogo, contro qualcuno); g. la roba dalla finestra; g. le lenzuola in terra (o a terra, o per terra); g. dentro, fuori, sopra, sotto, ecc.; nel pugilato, g. la spugna (v. spugna); g. la tonaca alle ortiche, modo prov. (v. ortica, n. 1 b); g. gli ossi al cane; roba da g. ai cani, roba non buona, da rifiuto (al contr., non è poi da g. ai cani, di cosa o anche di persona che, nonostante i difetti, abbia tuttavia qualche pregio); g. all’aria, mettere sottosopra, in disordine, scompigliare; g. giù, abbattere, atterrare; g. giù un albero, una casa (con altro senso nelle frasi: g. giù qualche appunto, g. giù due versi alla buona, cfr. buttare); gettar via, liberarsi di cosa che non serve più o che può costituire un pericolo; g. lì, per lo più in senso fig., di cose fatte o dette alla buona, con noncuranza: una frase gettata lì senza parere. b. Con sign. simile a «gettare via» anche il semplice gettare: ha gettato la borsa per fuggire più rapidamente; g. le armi, desistere dal combattimento; anche nella locuz. commerciale usa e getta, riferita a oggetti (quali siringhe, rasoi, stoviglie di carta o plastica e sim.) che si usano una sola volta e poi si buttano via (cfr. monouso). In senso fig. (meno com. però di buttare), dissipare, scialacquare: g. i soldi; o sprecare, spec. nel part. pass.: denaro, tempo gettato, speso inutilmente, senza frutto; è fatica gettata, è tutto fiato gettato. c. Con sign. particolari in varie locuz. proprie e fig.: g. l’ancora, ancorarsi; g. le reti, calarle nell’acqua per la pesca; g. il seme, seminare (per estens., g. il disordine, lo scompiglio, la discordia in una casa, in una famiglia); g. il guanto, sfidare; g. le braccia al collo, abbracciare con impeto; g. in faccia, rinfacciare, rimproverare; g. la colpa addosso a qualcuno, attribuirgli una colpa, spec. per scagionare sé stessi; g. la polvere negli occhi (v. polvere, n. 1); g. un’occhiata, uno sguardo, guardare con moto rapido e improvviso; gettarsi addosso un indumento, indossarlo con una certa fretta: si gettò il mantello sulle spalle e uscì; g. le fondamenta, farle, murarle (anche fig.); g. un ponte, costruirlo (anche di ponti provvisorî per il passaggio delle truppe); g. l’ombra, farla, produrla: E vedi omai che ’l poggio l’ombra getta (Dante). d. Spingere o sbattere con violenza: la nave è stata gettata dalle onde contro gli scogli; g. a terra qualcuno, spingerlo violentemente in modo da farlo cadere; fig., g. una famiglia nella miseria, nella disperazione; g. la vita, esporla con decisione o temerità al pericolo: gettar la vita in un’impresa disperata (Manzoni). 2. rifl. a. Lanciarsi o lasciarsi cadere dall’alto: gettarsi dal trampolino, dalla finestra; gettarsi nel fiume; degli uccelli che calano sulla preda o sul cibo: non altramenti che si gitta l’avoltoio alla carogna (Boccaccio); muoversi con impeto verso persona o cosa: gettarsi nella mischia, in mezzo ai nemici, contro un avversario, fra due contendenti per separarli; abbandonarsi: gettarsi sul letto; si gettò per terra sfinito dalla fatica. Con varie determinazioni per indicare movimento rapido e deciso: gettarsi disteso, bocconi, in ginocchio; gettarsi alle ginocchia di qualcuno, per supplicarlo; gettarsi nelle braccia di qualcuno, correre verso di lui impetuosamente (fig., domandargli appoggio, mettersi sotto la sua protezione; riferito a donna, concedersi facilmente: è capace di gettarsi nelle braccia del primo che càpita); gettarsi ai piedi di qualcuno, implorarlo umiliandosi; gettarsi ai piedi di una donna, implorarne l’amore; gettarsi alla (o dalla) parte di qualcuno, accodarsi al suo partito, parteggiare per lui. b. Detto di un corso d’acqua, sboccare, mettere foce: il Tevere si getta nel Tirreno; confluire: il Mincio si getta nel Po. 3. Nell’arte, in metallurgia, nelle costruzioni, versare in apposite forme metallo fuso, gesso, materiale cementizio, per ricavarne opere di getto: g. una statua, un bassorilievo; un ciborio del sagramento di bronzo gettato gran parte da maestro Giacomo Ciciliano (Vasari); E i muti lor Dei benedir Che l’uomo in metallo gettò (Tommaseo); anche assol., gettare, fare opera di getto, procedere alla fusione. 4. a. Mandar fuori, emettere: g. sangue dalla bocca; il vulcano gettava fiamme e lava; fig., g. un grido, gridare. Per estens., produrre, far nascere: Trattando più color [= fiori colorati] con le sue mani, Che l’alta terra sanza seme gitta (Dante); spandere, detto di odori: la carogna gettava un puzzo insopportabile. b. assol. Di piante, mettere i germogli (più com. buttare); di fonte o sim., versare, far sgorgare: la fontana non getta più. c. Nel linguaggio finanz., rendere, fruttare, detto di tributi: è un’imposta che ha gettato molto. Nell’uso ant., imporre (una tassa); emettere (moneta cartacea). ◆ Part. pass. gettato, anche come agg.; con accezione partic. nella locuz. maglia gettata, passata senza essere lavorata, così da formare dei vuoti nel lavoro. Come s. m. (per traduz. del fr. jeté), particolare effetto usato negli strumenti musicali ad arco, che consiste nel produrre più note successive di breve durata, facendo rimbalzare ripetutamente l’arco sulla corda in un unico movimento, dalla punta al tallone.