gentilezza
gentilézza s. f. [der. di gentile1]. – 1. ant. Nobiltà, sia ereditaria sia (secondo l’interpretazione degli stilnovisti) acquisita con l’esercizio della virtù e con l’elevatezza dei sentimenti: prende amore in g. loco (Guinizzelli). 2. a. La qualità propria di chi è gentile, nei varî sign. dell’aggettivo: g. d’aspetto, g. di modi; e in senso morale: g. d’animo, di costumi, di sentimenti. Più com., amabilità, garbo, cortesia nel trattare con altri: persona di squisita g.; la sua innata g.; è di una g. rara, incomparabile; per g., formula di cortesia nel chiedere un favore, un’informazione e sim. b. Atto, espressione, modi gentili: fare una g., usare molte g., colmare di gentilezze; gli disse delle g.; trattare, accogliere con gran gentilezza. Spesso iron.: fammi la g. di levarti dai piedi; m’ha dato tutti questi epiteti e m’ha detto altre simili g. (cioè insolenze, impertinenze).