gentesco
s. m. e agg. (iron. spreg.) Il gusto della gente comune; ordinario, alla buona, che non si eleva dalla banalità. ◆ Tutto come prima, se possibile peggio di prima: è ripartita la maratona di Miss Italia. Il Paese è a rischio recessione, [Osama] Bin Laden è tornato a farsi vivo, a New York hanno commemorato l’11 settembre ma il concorso di Miss Italia è ancora lì, con il suo carico di fanciulle in fiore, ormai però troppo normali, troppo simili, troppo gentesche per suscitare stupore. (Aldo Grasso, Corriere della sera, 12 settembre 2003, p. 1, Prima pagina) • Quanto all’affermazione che il satellite sta copiando la tv generalista bisogna fare alcune precisazioni. Certo, se uno vede le repliche di RaiSat, persino quelle di Bruno Vespa, avverte il trionfo del gentesco. […] Ma i risultati parlano chiaro: il modello generalista sul satellite non funziona o funziona molto male. (Aldo Grasso, Corriere della sera, 7 ottobre 2007, p. 43, Spettacoli).
Derivato dal s. f. gente con l’aggiunta del suffisso -esco.
Già attestato nel Corriere della sera del 29 maggio 2002, p. 40 (Aldo Grasso).
V. anche common people, ordinary people.