galla1
galla1 s. f. [lat. galla]. – 1. a. In botanica, sinon. di cecidio, malformazione delle piante causata da parassiti animali (zoocecidio) o vegetali (fitocecidio). Noce di galla: cecidio prodotto da varî animali su alcune piante; le più importanti noci di galla sono quelle determinate da insetti cinipidi sulle querce e usate in tintoria, conceria e fabbricazione di inchiostri; in commercio si distinguono le galle asiatiche, particolarmente ricche di tannino (tra esse le più pregiate sono le g. di Levante o di Aleppo o levantine) e le galle europee. b. fig. Come termine di comparazione o in similitudini, di persona o cosa assai leggera: pesa quanto una g.; è una g.; Maria ... avea il peso d’una g. (Pascoli); non com., persona volubile: non ti fidare di quella galla. c. estens., ant. Ghianda: Tra brutti porci, più degni di galle Che d’altro cibo (Dante); o anche, pillola confezionata in forma di ghianda: comperò una libra di belle g. [di gengiovo] (Boccaccio). 2. Piccolo tumore che si forma ai piedi del cavallo per sollevamento della pelle; nell’uomo, vescica o pustola prodottasi per effetto di scottature o altro. 3. Come locuz. avv., a galla, a fior d’acqua, alla superficie di un liquido, nelle frasi stare, tenersi, reggersi, venire, tornare a g. (cioè, propr., «al modo di una galla, o di altra cosa leggerissima»); meno com., a fior di terra. Fig., venire a g., scoprirsi, manifestarsi: la verità è come l’olio, viene sempre a g.; alla fine tutte le sue marachelle son venute a g.; di sotto le miserie, gli orrori, i pericoli, veniva sempre a g. un pensierino: l’ho trovata; è guarita; è mia! (Manzoni); tenersi a g., guadagnare quanto basta per vivere o per far fronte agli impegni: il commercio gli va male e stenta a tenersi a g.; rimanere a g., riuscire a salvarsi da situazioni imbrogliate: i furbi rimangono sempre a galla. ◆ Accr. gallóne m. nel sign. 1 a (v. gallone3).