gabbia
gàbbia s. f. [lat. cavea, der. di cavus «cavo1»]. – 1. a. Arnese di forma e dimensioni svariate, costituito generalmente da un telaio di legno o di ferro, con vimini o regoletti di legno o fili di ferro disposti in modo tale da formare una trama a sbarre o recinto; è usato per tenervi rinchiusi uccelli in cattività o anche, nella caccia al capanno e nella uccellagione, per contenere gli uccelli da richiamo: uccello di g. (di solito contrapposto a uccello di bosco), adatto a vivere in gabbia (per es., il canarino); prov., meglio essere uccel di bosco che uccel di g., meglio vivere liberi che prigionieri. Fig., g. dorata, luogo o situazione che, pur offrendo benessere e privilegi, preclude la libertà di agire. b. Recinto con sbarre di ferro per rinchiudervi animali feroci: la g. dei leoni, delle tigri; Or dentro ad una gabbia Fiere selvagge e mansuete gregge S’annidan (Petrarca), in senso fig. e con allusione alle condizioni civili dell’Italia del ’300. c. Grossa gabbia o recinto a sbarre, per rinchiudervi persone in determinate situazioni; per es., il recinto (detto anche gabbione) nel quale sono chiusi nelle aule dei tribunali e delle corti di assise gli imputati durante lo svolgimento del processo. Pena della g., pena inflitta nel medioevo ai colpevoli di crimini di natura essenzialmente morale, consistente nell’esporli alla derisione pubblica, rinchiusi in una gabbia sollevata da terra. Gabbia di matti, fig., scherz., gruppo di persone, o famiglia, la cui vita si svolge in modo disordinato e litigioso; anche, luogo in cui regnano disorganizzazione e disordine invece dell’ordine e dell’organizzazione che vi sarebbero richiesti: quest’ufficio è diventato una g. di matti; e in senso più ampio: questo mondo è proprio una g. di matti. d. Nell’atletica leggera, il recinto dentro il quale devono eseguirsi i lanci del martello, in modo da garantire l’incolumità degli spettatori; nell’ippica, nelle corse al galoppo, ostacolo artificiale costituito da una doppia barriera. e. Prigione, carcere, nelle frasi fam. mettere, tenere, portare, chiudere in g.; essere, stare in gabbia. 2. Usi estens.: a. Involucro e recipiente che ricorda la forma della gabbia (tipo di nassa per pescare, intelaiature di assi di legno per imballaggio di mobili, ecc.). b. Borsa di corde intrecciate con cui si portano sotto lo strettoio le olive frante o le vinacce. c. Museruola di vimini per i buoi, affinché non danneggino le piante durante l’aratura. d. G. dell’ascensore, recinto in rete metallica, o lo spazio fra le pareti, dentro cui scorre l’ascensore. e. Nella tecnica delle costruzioni, l’insieme delle barre longitudinali e delle staffe costituenti l’armatura metallica di un pilastro, di una trave o di altra struttura in cemento armato; anche, l’insieme delle travi e dei pilastri costituenti l’ossatura portante (in cemento armato o in acciaio) di un edificio. f. Nell’arte mineraria, intelaiatura metallica, in forma di parallelepipedo, che si muove lungo i pozzi di estrazione verticali appesa ad una fune, in genere metallica, e si utilizza per il sollevamento e la discesa dei vagoncini che trasportano il materiale e per l’accesso dei minatori ai sotterranei. g. In fisica, g. elettrostatica (o g. di Faraday, dal nome del fisico ingl. M. Faraday, 1791-1867), tipo di schermo elettrostatico consistente in un complesso di conduttori (per es., una rete metallica) che avvolge l’oggetto che si vuole schermare, in modo che questo si trovi in uno spazio in cui non possono penetrare campi elettrici esterni. h. In elettrotecnica, g. di scoiattolo, tipo di indotto costituito da sbarre collegate frontalmente da due anelli, usato nei motori asincroni. i. Nelle costruzioni meccaniche, g. a cilindri, sinon. di laminatoio. l. In anatomia, g. toracica, la parte dello scheletro che racchiude gli organi della cavità toracica propriamente detta, il diaframma e gli organi ipocondriaci (milza e fegato). 3. Nella fortificazione militare, specie di garitta di legno e in seguito di mattoni, che un tempo si ergeva in cima ai baluardi, come luogo di osservazione per la sentinella. 4. a. Nei velieri a vele quadre, g. o vela di g., la seconda vela dell’albero di maestra a partire dal basso. Al plur., gabbie, denominazione generica delle vele del trinchetto (parrocchetto) e della mezzana (contromezzana). b. Nelle galee e in altre navi a remi, specie di cofano posto sotto il calcese dell’albero di maestra, in cui prendevano posto le vedette; il nome passò quindi a indicare, nei velieri a vele quadre, la coffa. 5. In tipografia e nel giornalismo, pagina bianca a formato intero, in cui sono tracciate le riquadrature destinate a contenere le righe di testo (titoli, didascalie, numero di pagina, ecc.) nella loro disposizione. ◆ Dim. gabbiétta (v.), gabbiòla (v.), gabbina (poco com.), gabbiùccia (anche spreg.); accr. gabbióne m. (v.); pegg. gabbiàccia.