fusione
fuṡióne s. f. [dal lat. fusio -onis, der. di fusus, part. pass. di fundĕre «fondere»]. – 1. a. Passaggio di un corpo dallo stato solido allo stato liquido: punto, o temperatura, di fusione, la temperatura, ben determinata per ogni sostanza e per ogni valore della pressione esterna, a cui avviene il passaggio: il punto di f. del ghiaccio, alla pressione normale (760 mm di mercurio), è 0 °C. b. L’operazione o il complesso delle operazioni attraverso cui si attua il passaggio di un corpo dallo stato solido allo stato liquido: la f. della cera; la f. dell’oro; f. di una lega metallica. In metallurgia, anche l’operazione successiva, di gettare in forma il metallo fuso: la f. del bronzo; con questa accezione, il complemento è più spesso rappresentato dal nome dell’oggetto che si vuole ottenere: la f. delle campane, la f. dei cannoni; la f. di una statua, di un altorilievo, di un gruppo di bronzo; la f. del Perseo del Cellini. c. F. delle monete, operazione inversa alla coniazione, per cui le monete vengono ritrasformate in verghe metalliche; si dice che in un paese esiste libertà di f. quando i cittadini sono autorizzati a portare alla zecca monete d’oro e d’argento per ottenerne in cambio verghe dello stesso metallo. 2. In medicina, f. purulenta, processo di colliquazione di un infiltrato infiammatorio con formazione di pus. 3. Il riunire o riunirsi di più elementi per formare un tutto unico: f. di due partiti, di due popoli; promuovere la f. di più gruppi etnici affini; anche in senso più concr., l’attività, l’opera e il risultato di chi, in una redazione (per es., di un’opera enciclopedica), attende a fondere insieme in un unico articolo gli apporti di redattori diversi. In senso fig., unione, accordo, compattezza: auspicare un’intima f. degli animi, delle volontà; orchestra, complesso che manca di f.; f. di elementi, di motivi, in un discorso, in uno scritto, in un’opera d’arte. Con accezioni specifiche: a. Nel linguaggio finanz., f. di società commerciali (o assol. fusione), atto mediante il quale due o più società, rinunciando alla loro autonomia, danno vita a un unico organismo sociale: una f. è il conflitto di due sistemi di potere atto a crearne un terzo, realizzata per finalità finanziarie (Sandro Veronesi); può compiersi o per incorporazione, quando una delle società preesistenti assorbe l’altra o le altre, subentrando nelle obbligazioni e nei diritti della o delle società incorporate; o per unione, quando le società precedenti si estinguono, e si crea una società nuova, la quale acquista i loro patrimonî e subentra nella titolarità di tutti i loro rapporti. b. In linguistica, processo per cui due elementi compositivi si uniscono così strettamente da rendere difficile l’analisi dei singoli componenti. c. In biologia animale e vegetale, f. cellulare, l’unione, indotta sperimentalmente in vitro, di due cellule con caratteristiche genetiche differenti o addirittura appartenenti a specie diverse (ibridi cellulari); in partic., in botanica, la riunione di varie cellule che per distruzione parziale delle pareti vengono a formare o un tubo cribroso o una trachea o un laticifero sinciziale. d. In fisica, reazione nucleare nel corso della quale nuclei leggeri si uniscono, ridistribuendo i proprî nucleoni tra i prodotti della reazione stessa, uno dei quali è comunemente più pesante dei nuclei di partenza, a condizione che essi abbiano energia cinetica (energia di f.) superiore alle forze elettrostatiche di repulsione che si manifestano tra di loro; per ottenere tale condizione è necessario portare le particelle interagenti a temperature molto elevate, donde il nome di reazione termonucleare correntemente dato alla reazione di fusione. Accanto a questa fusione «calda» si considera anche la possibilità di ottenere una f. fredda, cioè a temperatura ambiente, ricorrendo a processi di confinamento per via chimica di atomi di idrogeno in determinate sostanze (per es., palladio) oppure ricorrendo a processi di catalisi. TAV.