funzionalismo
s. m. [der. di funzionale1]. – In genere, tendenza a dare importanza alla funzione più che alla struttura di ciò che si considera, a vedere un problema sotto l’aspetto della funzionalità, ad anteporre nell’oggetto di studio il momento della prestazione o dell’azione ai caratteri formali, costruttivi e strutturali. In partic.: 1. In sociologia e in antropologia culturale, indirizzo, seguito particolarmente nei paesi anglosassoni, per il quale l’assunto fondamentale è che la cultura costituisce un insieme organico, costituito di funzioni svolte da entità istituzionali o materiali che possono tuttavia essere sostituite da altre (la funzione è il dato costante e la struttura quello variabile in un insieme sociale e culturale). 2. In architettura, tendenza, propria del razionalismo, a dedurre i valori formali dalla soluzione dei problemi tecnici inerenti alla funzione degli edifici e delle loro strutture; può quindi considerarsi come l’aspetto più specificamente tecnico e formale del razionalismo architettonico, il cui assunto teorico, di più ampia portata, abbraccia questioni economiche e sociali. 3. In psicologia, indirizzo, sorto e sviluppatosi negli Stati Uniti d’America, che attribuisce alle manifestazioni della vita mentale il carattere di funzioni nel generale processo di adattamento dell’individuo all’ambiente. 4. In politica, indirizzo istituzionale e organizzativo della cooperazione fra i varî paesi europei, effettuata in singoli settori della loro vita economica, anziché in modo generale e immediato nel quadro di una federazione politica vera e propria.