free tv
loc. s.le f. inv. Televisione gratuita, non a pagamento, senza canone. ◆ Mentre proseguono le trattative tra i grandi protagonisti, nuovi giocatori stanno scendendo in campo. Tra questi il colosso francese della free tv TF1, che Rai vorrebbe con sé in Stream, l’Iri, che si è detto pronto a investire nel digitale per conto della Rai, e l’Enel. Nessuno pensa di buttarsi da solo nella mischia, ma venire a patti non sarà facile. L’augurio è che dopo esser stati i primi in Europa a entrare nell’era della tv digitale, non si finisca di questo passo per ritrovarsi ultimi. (Cecilia Zecchinelli, Corriere della sera, 22 ottobre 1998, p. 19, Cronache) • Telecinco […] si è conquistata in Spagna la leadership in termini di audience (lo share relativo al target commerciale, fra i 13 e i 55 anni, ha superato quota 25%) e si conferma la free tv più redditizia d’Europa (Sole 24 Ore, 2 dicembre 2000, p. 33, Settimana finanziaria) • intorno al 40 per cento, la pay tv satellitare raggiunge i suoi limiti massimi e da lì non può più crescere. Crescono però le altre formule. Ad esempio, in Gran Bretagna la free tv in digitale terrestre sta per sorpassare il satellite. Soprattutto, però, cresce a velocità supersonica il consumo di banda larga sul doppino telefonico. Internet è il continente nascosto che potrebbe aprire nuove strade al business del contenuti multimediali. (Adriano Bonafede, Repubblica, 11 settembre 2006, Affari & Finanza, p. 6).
Dall’ingl. free tv, a sua volta composto dall’agg. free (‘gratuito, senza spese’) e dal s. tv; antonimo di pay-tv.
Già attestato nella Repubblica del 23 aprile 1991, p. 27, Televisione (Glauco Benigni).