foto-choc
(foto choc), loc. s.le f. inv. Fotografia che suscita sconcerto o stupore, dall’intento provocatorio. ◆ Il ricorso alle fotografie non sarà obbligatorio e «gli Stati membri non saranno costretti ad utilizzare avvertimenti sotto forma di immagini», tuttavia nessuno dei Quindici potrà limitare l’importazione di pacchetti di sigarette provenienti da un Paese che farà ricorso alle foto-choc, e dunque questi ultimi avranno la garanzia di poter circolare in tutto il territorio dell’Unione. (Giornale di Brescia, 9 settembre 2003, p. 1, Prima pagina) • Per fortuna la maggior parte delle persone […] non passa il tempo a cercare morbosamente l’orrore in internet. E non ha bisogno di foto choc per avere orrore del terrorismo. (Marino Niola, Mattino, 26 settembre 2004, p. 1, Prima pagina) • «Soffro di anoressia da quando avevo 13 anni». Giornali e Tv rilanciano le polemiche per un’immagine ritenuta troppo forte, assessori che chiedono di togliere i cartelloni, e Isabel con un filo di voce ripete: «Spero che la mia foto choc faccia capire ai giovani i pericoli di questa malattia». Ha le lentiggini sul volto, le stesse fermate dagli scatti di Oliviero Toscani, il petto emaciato in cui si contano le costole sotto la canottiera, i nervi e le vene che si tendono quando gira la testa. (Gianni Santucci, Corriere della sera, 29 settembre 2007, p. 3, Primo piano).
Composto dal s. f. inv. foto, forma accorciata di fotografia, e dal s. m. fr. choc.
Già attestato nella Repubblica del 28 settembre 1991, p. 31, Televisione (Silvia Fumarola).