forzato
agg. e s. m. [part. pass. di forzare]. – 1. agg. a. Fatto o eseguito con forza, in modo cioè non spontaneo, non naturale, non normale, o comunque sforzato: riso f.; interpretazione f., tirata a forza, che dà arbitrariamente alle parole un significato diverso da quello vero; marcia f. (prob. calco del fr. marche forcée), più celere e più lunga dell’ordinario (anche al plur.: raggiungere l’obiettivo a marce forzate). In tipografia, riga f., riga che nella composizione supera la giustezza o è troppo fitta. In musica, didascalia (normalmente abbreviata in fz) che prescrive la marcata accentuazione di una nota (nota f.) o di un accordo (accordo f.); una accentuazione ancora maggiore si prescrive con la didascalia ffz (= forzatissimo). b. Fatto per forza, per obbligo imposto o per necessità (contrapp. a libero, volontario): assenza f.; negli scacchi, nella dama e sim., gioco f., mossa f., quando un giocatore deve rispondere eseguendo una o più mosse che portano a un risultato previsto ma inevitabile (e analogam., vittoria forzata). 2. agg. Imposto obbligatoriamente dalla legge, sia per necessità pubbliche sia come pena: espropriazione f.; lavori f. (v. lavoro, n. 1 g); rimozione f. (di vetture lasciate in sosta vietata e in luogo d’intralcio al traffico); prestito f. o forzoso (v. forzoso). Risparmio f. (o, meno com., forzoso), propriam. risparmio imposto in periodi di emergenza dallo stato ai cittadini mediante prelevamenti sul reddito, che hanno lo stesso carattere obbligatorio delle imposte (ma che, a differenza di queste, sono rimborsabili); per estens., qualsiasi forma di rinuncia a consumi presenti, resa necessaria dal rialzo dei prezzi dei prodotti in conseguenza d’inflazione monetaria o creditizia. 3. agg. In fisica, oscillazioni f., quelle mantenute in un sistema meccanico da una forza vibromotrice o in un circuito elettrico da una forza elettromotrice periodica. 4. agg. Nelle costruzioni idrauliche, condotta f., galleria f., tubazione o galleria percorsa da liquido (per lo più acqua) in pressione. 5. agg. In agraria, di pianta che è stata sottoposta a forzatura; coltivazione f., quella nella quale le piante vengono forzate; prato f., quello, soprattutto, del trifoglio ladino, quando sia seminato fra la segale e l’avena da foraggio. 6. s. m. Condannato ai lavori forzati; anticam., nella marina remiera, galeotto, vogatore di galee (dapprima riferito soltanto ai «buonavoglia», poi anche ai prigionieri o ai condannati al remo). ◆ Avv. forzataménte, in modo forzato, non spontaneo: ridere forzatamente; la vecchia le si era subito avvicinata, e, con quella voce forzatamente umile, le aveva detto: «ah! avete dormito?» (Manzoni); per forza: dovette andarsene forzatamente.