fobocrazia
s. f. 1. Dominio della paura. 2. Potere che fa leva sulle paure più diffuse tra la popolazione. ♦ La conferma giunge sulle pagine del Washington Post che ospita due scrittori d’eccezione, Michael Chabon e Erica Jong, l’uno a favore di Barack Obama, l’altra per Hillary Clinton. «Votare per lui è come votare contro la fobocrazia, ovvero un regno basato sulla paura», spiega Michael Chabon, classe 1963, e autore di bestseller pubblicati anche in Italia come «I misteri di Pittsburg». (Francesco Semprini, Stampa.it, 5 febbraio 2008, Esteri) • La politica lascia il posto alla polizia e la democrazia alla «fobocrazia»: uno stato fondato sulla paura. In questo terrore senza limiti, conclude Di Cesare, bisogna sfuggire all’attrazione fatale che lega gli opposti. Si può cominciare rinunciando «in modo definitivo e incondizionato» a quel potente veicolo della violenza che è la «sovranità», il motore che alimenta il nostro tempo. (Roberto Ciccarelli, Manifesto.it, 11 maggio 2017, Cultura) • Come ci sono gli imprenditori della paura nella nuova fobocrazia che va instaurandosi, così ci sono gli ispiratori dell’odio. Tutto è già rozzamente preformato: il gesto discriminatorio, i concetti della mortificazione, le immagini dell’oltraggio, le parole dello scherno. Nell’odio collettivo viene incanalato quello del singolo. (Donatella Di Cesare, Corriere della sera, 16 luglio 2017, La lettura, p. 5) • La fobocrazia, ossia la forza del terrore gestito ad arte dal nuovo potere denazionalizzante, svolge un ruolo di prim’ordine nel nuovo assetto dei rapporti di forza post-nazionali, giovando alla tenuta e al potenziamento del sistema globocratico più che alla sua eventuale messa a repentaglio (come i suoi architetti falsamente aspirano a far credere). (Diego Fusaro, Tempi.it, 22 agosto 2017) • «Il contesto politico in cui viviamo oggi in Italia – nota [Donatella, ndr] Di Cesare – è quello di una vera e propria fobocrazia. Con questo termine intendo un dominio della paura». (Floriana Bulfon, Espresso, 21 ottobre 2018, p. 45, L’inchiesta).
Dal gr. ϕόβος (‘paura’) con l’aggiunta del confisso -crazia.