flessibilita
flessibilità s. f. [dal lat. tardo flexibilĭtas -atis]. – 1. La proprietà o la caratteristica di essere flessibile, facilità a piegarsi, e, in senso fig., a variare, a modificarsi, ad adattarsi a situazioni o condizioni diverse: f. di una molla, di un arto; f. di una struttura, nelle costruzioni, la sua attitudine a subire deformazioni elastiche, se sottoposta a flessione; f. di carattere, d’indole; adattarsi con f. alle circostanze della vita; un ingegno, un modo di pensare privo di f.; consentire una certa f. d’orario ai proprî dipendenti; con riferimento a macchine, apparecchiature, sistemi elettronici, ecc., ampia possibilità di utilizzazione e di adattamento a condizioni diverse d’impiego. In economia: f. del cambio, mancanza di limiti fissati ufficialmente alle sue oscillazioni; f. dei prezzi, adattabilità alla situazione del mercato, cioè la possibilità o tendenza a variare al variare della domanda; più in generale, f. di un sistema economico, la variabilità della sua configurazione reale per effetto di variazioni avvenute nei suoi elementi determinanti, e anche la sua capacità di adattamento a mutamenti della situazione: si dice positiva o negativa secondo che le due variazioni si compiano nello stesso senso o in senso contrario. 2. In senso proprio e con accezione partic., in medicina, f. cerea, disturbo motorio di origine psichica, osservabile nella catatonia, nello stupore isterico e in quello ipnotico: imprimendo al malato dei movimenti passivi degli arti o del capo, si avverte una particolare sensazione d’impasto nelle articolazioni, come se si modellasse la cera; inoltre, qualunque sia l’atteggiamento impresso, anche se scomodo, questo è mantenuto a lungo e senza la minima apparenza di fatica.