flaianite
s. f. Tendenza a citare o attribuire, talvolta anche a sproposito, battute e aforismi dello scrittore e giornalista Ennio Flaiano (1910-1972). ◆ Ennio Flaiano ha saputo dare all’arte una misura giornalistica, adattando al giornale tutti i generi letterari: dalla poesia al racconto, al saggio. Così i suoi aforismi sono spesso distillati di poesia satirica, i suoi diari romanzi in pillole, le sue note di costume frammenti strappati a una severa e desolata visione del mondo. Quanto si è appena detto spiega la crescente fortuna di Flaiano (Giovanni Russo parla di una vera e propria flaianite) in un’epoca mediatica come l’attuale e aiuta a capire le difficoltà dello scrittore pescarese nel mondo letterario di ieri. (Antonio Debenedetti, Corriere della sera, 18 gennaio 2002, p. 37, Terza pagina) • Contro la flaianite ha scritto un libro appassionato Giovanni Russo la «flaianite» essendo l’irresistibile tendenza a ridurre Ennio Flaiano a una macchina formidabile di battute e calembours, motti arguti ed epigrammi salaci, a un maniaco dei giochi di parole, un fatuo battutista da caffè da citare e saccheggiare come repertorio di frizzi e lazzi buoni per far bella figura in società. (Pierluigi Battista, Stampa, 20 febbraio 2002, Società e Cultura).
Derivato dal nome proprio (Ennio) Flaiano con l’aggiunta del suffisso -ite.
Già attestato nella Repubblica del 22 settembre 1990, p. 14 (Simonetta Fiori).