fistola
fìstola (ant. fìstula) s. f. [dal lat. fistŭla, con i varî sign.]. – 1. Tubo usato nell’antichità per la conduttura delle acque; erano in uso anche fistole fittili, ma presso i Romani erano più spesso di metallo, soprattutto piombo, di vario diametro. 2. letter. Antico strumento musicale usato da pastori (detto anche siringa o flauto di Pan): Non senti or tu sonar la dolce fistula? (Sannazzaro); Le Muse ... or temprano cetre, Ora fistole spirano (Chiabrera); Segue le melodie di primavera Sileno su la f. giuliva (D’Annunzio). 3. Nella liturgia cattolica, il cannello (detto anche canna eucharistica, calamus, pipa), d’oro o d’argento, con cui anticam. si sorbiva dal calice il vino consacrato. 4. a. In medicina, soluzione di continuo consistente in un condotto, o tramite, non soggetto a guarigione spontanea, che mette in comunicazione un organo o un tessuto con la superficie cutanea, o si costituisce tra organi cavitarî profondi, con passaggio di secrezioni per lo più patologiche (liquido sieroso, purulento, ematico, o misto); può essere conseguente a malformazioni congenite, a traumi, oppure a processi patologici profondi (ascessi, cisti suppurate, empiemi, ecc.). b. In passato , più genericam., piaga, ferita, infezione che spurga all’esterno del corpo; anche con i sign. fig. di piaga.