fiscalita differenziata
fiscalità differenziata loc. s.le f. L’insieme delle disposizioni tributarie studiate per fornire incentivi a particolari aree geografiche di uno Stato, o a determinati settori sociali e imprenditoriali, per favorirne lo sviluppo. ◆ Armonia ritrovata dunque? Forse. «Si vedrà», dice [Mario] Monti che non si lascia sfuggire l’occasione per rispondere alla battuta di [Massimo] D’Alema che lamenta la discriminazione dell’Italia rispetto all’Irlanda. «Il Mezzogiorno europeo non è come l’Irlanda perché non esiste una fiscalità differenziata all’interno di quel Paese, che gode di una bassa pressione fiscale data la sua finanza pubblica molto sana. Naturalmente sarebbe opportuno abbassare la fiscalità italiana». (Stefania Tamburello, Corriere della sera, 30 marzo 2000, p. 5, In primo piano) • per quanto riguarda il Mezzogiorno, [Mario Baldassarri] rilancia l’idea della fiscalità differenziata piuttosto che i contributi a fondo perduto: «La prima in Europa ha funzionato, i secondi no». (Gian Battista Bozzo, Giornale, 15 settembre 2004, p. 7, Interni) • oggi [Luca Cordero di] Montezemolo vede per la Sicilia e per il Mezzogiorno la possibilità di un rilancio. «Di certo non ci meritiamo la crescita più bassa d’Europa» dice. E quindi detta le sue 4 priorità: bisogna attrarre più investimenti, anche grazie ad una fiscalità differenziata, «a servizi di minor valore devono corrispondere meno tasse»; serve un federalismo fiscale solidale, una pubblica amministrazione più snella ed efficiente, ma soprattutto occorre un regime di salari «coerente con la produttività, ed il costo della vita» di queste aree. (Paolo Baroni, Stampa, 14 maggio 2008, p. 26, Economia).
Espressione composta dal s. f. fiscalità e dal p. pass. e agg. differenziato.
Già attestato nella Stampa del 30 agosto 1999, p. 4, Interno (Francesco Bullo).