fine1
fine1 agg. [lat. fīnis «limite» (v. fine2), adoperato come agg. nel sign. di « estremo»]. – 1. a. Sottile, di spessore o diametro molto piccolo: uno spago f.; sabbia assai f.; una lama finissima; f. come un capello. Analogam., in spettroscopia, struttura f., particolare struttura delle righe spettrali, molto sottili e vicine, che costituiscono un doppietto, un tripletto o, in generale, un multipletto. b. Acuto, soprattutto nei sign. fig. di quest’agg.: orecchio (o udito) f.; intelletto f.; un f. letterato; un f. intenditore; uomo f., di pronta intelligenza, perspicace (ma anche con altro sign.: v. oltre, al n. 3); prov., contadini e montanini, scarpe grosse e cervelli fini. Per estens., che dimostra finezza d’ingegno, perspicacia: un’osservazione f.; con f. ironia; raddoppiato, con valore avv.: lo canzonavano fine fine, con molta finezza. c. Aria f., pura, ricca di ossigeno, priva di impurità. 2. a. Di lavoro, minuto, delicato, eseguito con cura e precisione: ricamo, intaglio, disegno fine. Per estens., riferito a chi compie il lavoro: un f. orefice; un sarto assai f.; in partic., f. dicitore, v. dicitore, n. 1. b. Di ottima qualità: roba f.; seta f.; oro f., o fino, lega aurea di alto titolo. Chimica f., la chimica che consente l’ottenimento industriale di prodotti caratterizzati da elevato valore aggiunto (rispetto alle materie prime impiegate). 3. Signorile, detto della persona e dei suoi modi e sentimenti: una signora assai f.; avere gusti f.; estens.: lineamenti f., delicati; locale, ambiente f., frequentato da persone della buona società. ◆ Avv. fineménte, in modo fine, non grosso: pepe finemente macinato; più spesso negli usi fig. dell’agg., con finezza d’ingegno, con arte o tecnica raffinata, con signorilità e buon gusto: osservare, far notare finemente; una saliera finemente cesellata; ambienti finemente arredati.