filtrare
v. tr. e intr. [der. di filtro1]. – 1. tr. a. Far passare un liquido o un gas attraverso un filtro capace di trattenere le particelle solide contenute in sospensione: f. l’acqua, l’olio; f. il tè attraverso il colino. Per estens., far passare una luce o una corrente elettrica attraverso filtri: f. la luce di una lampada; f. segnali elettrici. b. fig. Di cose astratte, sottoporre ad attenta analisi e valutazione, per separare elementi validi e meno validi: f. le notizie, le informazioni ricevute; o sottoporre a una rielaborazione interiore: f. le impressioni, le esperienze, i ricordi. 2. intr. (aus. essere) a. Di liquidi o aeriformi, passare lentamente attraverso una materia porosa, stillare, trapelare: un po’ di umidità è filtrata dalle pareti; le esalazioni di gas cominciavano a f. nella stanza. Per estens., della luce, passare attraverso una o più fessure: il sole filtrava tra le stecche della persiana; si fa sera, e poi notte, e poi un’alba azzurra come la fiamma del gas comincia a f. dietro le tende (Melania Mazzucco). b. fig. Di persone, riuscire a passare, a penetrare, soprattutto in azioni belliche o nel gioco del calcio: alcuni osservatori erano filtrati attraverso le linee nemiche; f. tra le maglie della difesa avversaria. In senso più astratto, trapelare, giungere a conoscenza, attraverso speciali canali d’informazione, nonostante il carattere e le misure di segretezza: per l’abilità dei giornalisti, qualche notizia è riuscita a f. dal segreto del Palazzo di Giustizia. ◆ Part. pres. filtrante, anche come agg. (v. la voce). ◆ Part. pass. filtrato, anche come agg. e s. m. (v. la voce).