figlia
fìglia s. f. [lat. fīlia]. – 1. Persona di sesso femminile, considerata nel suo rapporto di generazione rispetto ai genitori; è quindi il femm. di figlio, di cui ha il sign. proprio e alcuni usi estens.: mia f., le tue f.; mio cugino aveva tre f. e un figlio (ma più fam., tre figlie femmine e un maschio); ha una f. di pochi mesi; f. da marito, in età da potersi maritare. Riferito a giovinetta in genere, o anche a donna adulta, spec. in espressioni di compatimento o come vocativo affettuoso: povera f., quanto deve aver sofferto!; ascolta, f. mia! Usi fig.: bellissima e famosissima f. di Roma, Fiorenza (Dante); la superbia è f. dell’ignoranza; bollettario (o anche titolo di credito o altro documento) a madre e figlia, con cedole (figlie) che si staccano dalle matrici (madri). 2. a. Denominazione delle religiose appartenenti a moltissimi istituti femminili di vita consacrata, la maggior parte fondati nel sec. 19° e dedicati in genere all’assistenza o all’educazione e istruzione della gioventù: Figlie della Carità, Figlie del Cuore di Maria, Figlie del Divin Redentore, Figlie di Maria Ausiliatrice, ecc. b. Figlie di Maria: associazione religiosa secolare di giovinette particolarmente devote alla Vergine e dedite a un apostolato. 3. Sono limitate all’uso del sec. 17° le locuz. f. di camera, cameriera, e f. d’onore, damigella d’onore, calchi del fr. fille de chambre e fille d’honneur. ◆ Dim. figliétta, figliettina; spreg. figliàccia.