fiato
s. m. [lat. flatus -us, der. di flare «soffiare»]. – 1. a. Aria che esce dai polmoni durante il movimento di espirazione: avere il f. buono, cattivo; f. che sa di vino, di sigaro; gli puzza il f., di persona che ha l’alito cattivo (fig., roman., di persona indesiderabile, sospetta, e spec. d’una spia); scaldare, appannare col f.; mandare l’ultimo f., morire. Anche l’aria inspirata e, in genere, il respiro: trattenere il f., non emetterlo; un vento, un fetore che mozza il f., che costringe a trattenerlo; una salita che mozza il f., che rende il respiro affannoso; f. grosso (meno com. f. corto), affannoso, per la fatica, per una corsa, per asma; restare senza f., sentirsi mancare il f., avere difficoltà di respiro, e fig. allibire, non avere forza o coraggio di parlare, di replicare: il meschino girava di stanza in stanza, pallido, senza f. (Manzoni); pigliare, ripigliare f., riposarsi un po’ dopo una fatica che ha dato l’affanno (ma spesso fig.); non aver f. in corpo, sentirsi assai debole; sprecare, buttare via il f., parlare inutilmente, senza frutto; risparmiare il f., trattenersi dal parlare; finché mi regge il f., finché avrò f., finché avrò f. in corpo, finché sarò vivo; prov., finché c’è f. (più com. finché c’è vita) c’è speranza. Strumenti a fiato, o da fiato (nell’uso, al plur., anche assol. fiati), gli strumenti musicali in cui il suono è prodotto dalle vibrazioni di una colonna d’aria eccitata dal soffio del suonatore. Dare fiato alle trombe, suonarle; anche in senso fig., annunciare clamorosamente qualche cosa, dare ordine d’iniziare un lavoro, un’impresa e sim. Locuzioni avv.: in un f., in un attimo: arrivò in un f. in cima alle scale; d’un f., senza riprendere fiato, e, per estens., di continuo, senza interruzione: pronunciò quelle parole tutte d’un f.; bevve tutto il bicchiere d’un f.; libro che si legge (o si fa leggere) d’un f.; ha dormito dodici ore d’un f.; gridare, urlare, a perdita di fiato, forte, lungamente (v. anche perdifiato). b. Nel linguaggio sport. (nelle frasi avere, non avere f.; essere in f.), indica il possesso o meno da parte d’un atleta delle energie necessarie per affrontare e superare una prova; fare il f., acquistare le energie mediante allenamento. Anche, estens., fuori dello sport, per indicare resistenza in un lavoro, in un’impresa, in un’azione e sim.: ci vuol ben altro f. per quel lavoro!; scrittore che non ha f., che ha il f. corto, la cui vena, la cui fantasia si esaurisce presto, o che non riesce a costruire opere d’ampio respiro. c. fig. Voce, suono: Poscia che ’l foco alquanto ebbe rugghiato Al modo suo, l’aguta punta mosse Di qua, di là, e poi diè cotal f. (Dante). 2. estens. a. Esalazione: Lo nostro scender conviene esser tardo, Sì che s’ausi un poco in prima il senso Al tristo f. (Dante); da ciascuna pianta e ciascun fiore Usciva un f. di soave odore (Berni); i pestiferi f. delle paludi. b. ant. o poet. Soffio di vento: Così quel f. li spiriti mali Di qua, di là, di giù, di sù li mena (Dante); Del lito occidental si move un f. (Petrarca); E di zefiro bei f. lucenti Accompagnano il dì (Chiabrera). 3. fig., non com. Cosa o quantità minima: ben potrebbe rimanere qualche f. di virtù di questi tali (Sacchetti); quindi, con la negazione, nulla, soprattutto nella frase non valere un f., presente, per es., nell’ant. prov. vin battezzato non vale un fiato. 4. fig. Persona, in quanto respiri: l’aria è cattiva perché ci sono troppi f. in questa stanza; ant., senza riferimento al respiro: 500 f. tra uomini e donne, piccoli e grandi (Sassetti). 5. fig. Al plur., le parti della pelle prossime alle zampe di dietro degli animali, che scarnite dai conciatori diventano sottilissime. ◆ Accr. fiatóne, fiato grosso: ce l’ha fatta, ma è arrivato con un fiatone!