fesso. Finestra di approfondimento
Gradi di furbizia e di intelligenza - L’ital. dispone di numerosi termini, diversi per intensità e registro, per designare una persona poco intelligente o poco furba. Babbeo (solo sost.), f., sciocco e tonto (il primo e l’ultimo termine d’uso più fam.) si contrappongono a astuto, furbo e scaltro e indicano pertanto chi non ha particolare furbizia o abilità nel reagire agli inganni altrui, e anche chi è più intento a sognare che a trarre utili guadagni: quante volte, pensando ai miei ideali, mi faccio l’effetto di un babbeo che contempla la luna con una scala in mano (A. Fogazzaro). Leggermente meno intens. è il fam. broccolo, mentre più intens. e volg., ancorché diffusissimo, è coglione, entrambi solo sost.: sei stato davvero un coglione a farti prendere in giro da lui! Di grado meno intenso sono candido, ingenuo e sprovveduto, tutti designanti una persona che si lascia ingannare facilmente: cerca di svegliarti, non essere sempre così ingenuo! Vari sost., per lo più d’uso fam., si contrappongono a f.: dritto, furbacchione, furbone, marpione, volpe e volpone: il volpone cominciò a lavorar di domande, alla lontana, con cautela (A. Fogazzaro). Più volti a sottolineare la scarsa intelligenza (di persone, azioni, pensieri e sim.) sono invece cretino, deficiente, idiota, imbecille, scemo e stupido, tutti utilizzati anche come pesante insulto: non fare il cretino!; non ho mai sentito un discorso più idiota di questo; è solo uno stupido, non dargli retta. Si contrappongono soprattutto a intelligente, sveglio e al più intens. geniale. Più formali, e per questo meno usati come insulti, sono stolido e stolto: aveva voluto a ogni costo quel matrimonio inutile, stolto e sciagurato (L. Pirandello).
Cose da fessi - Numerosi e variegati sono anche i sost. che designano un atto, un comportamento, un discorso, e sim., da stupido o da fesso: scempiaggine, sciocchezza, stupidaggine e i fam. baggianata, castroneria, corbelleria, fesseria: volete tacere? È tempo ora di dir codeste baggianate? (A. Manzoni); bisognerà che gli tiri le orecchie a quello sciocco per questa castroneria! (I. Nievo). Più intens. sono idiozia e scemenza. Volg. sono cazzata, minchiata e minchioneria (il primo diffuso in tutta l’Italia, il secondo e il terzo per lo più al Sud), con gli eufem. pop. cacchiata e cavolata: smettila di dire cavolate! Tutti questi termini designano, talora popolarmente, non tanto un’azione o un discorso da stupido, quanto un errore e, in quest’ultimo sign., si accompagnano ai sinon. volg. cappella, cappellata, coglionata, coglioneria e stronzata oltreché ai termini com. errore, sbaglio e ai più intens. bestialità e sproposito: voi avete fatto una bestialità a mettere il letto nell’altra camera a tramontana (C. Goldoni). Una cosa che si ritiene ben fatta (o, meglio, da furbo) viene detta, per converso, drittata, furbata, furberia, furbizia, malizia: prendere le ferie in settembre anziché in agosto è una gran furbata.
Cose sciocche - Pressoché tutti i sost. sopra elencati con sign. di «cose da fessi» (a eccezione di bestialità, castroneria, errore, sbaglio e sproposito) possono voler dire anche «cosa di scarsa o nulla importanza» (nostro zio a forza di spendere in corbellerie ha precipitata la casa [C. Goldoni]), insieme con i sinon. (tutti abbastanza ricercati) bagattella, bazzecola, fanfaluca, inezia, quisquilia e pinzillacchera: mi vergogno a regalar queste bagattelle (C. Goldoni); perde il tempo a scrivere delle fanfaluche pastorali (G. Baretti).