fendere
fèndere v. tr. [lat. fĭndere] (io fèndo, ecc.; pass. rem. fendètti o fendéi, ant. féssi; part. pass. fenduto e fésso). – 1. Spaccare, dividere in due: Così vedess’io lui fender per mezzo Lo core a la crudele che ’l mio squatra (Dante); con un colpo di sciabola gli fendette l’elmo; f. un tronco d’albero. Per estens., lacerare: Con l’unghie si fendea ciascuna il petto (Dante). Intr. pron., spaccarsi: un monte grandissimo ... si fesse e partì per mezzo (G. Villani); aprirsi formando una fenditura: un legno che si fende facilmente; anche di vasi di terracotta, ecc. 2. a. Solcare: f. la terra con l’aratro. b. fig. Attraversare, passare per mezzo: un sentier fendea quella pianura (Ariosto); in partic., f. l’aria, di un corpo che attraversi velocemente lo spazio; f. l’onda, di nave; f. la folla, f. la calca, passarvi attraverso con difficoltà; f. la nebbia, ecc.; Tal suol, fendendo il liquido sereno, Stella cader (T. Tasso). ◆ Per l’uso sostantivato del part. pres. fendènte, e per l’uso aggettivale del part. pass. fésso, v. le rispettive voci.