femmina
fémmina (ant. e poet. fémina) s. f. e agg. [lat. femĭna, della stessa radice di fecundus, quindi propr. «fruttifera»]. – 1. Dal punto di vista biologico si definisce femmina, e si indica col simbolo ♀ l’individuo che produce solo gameti femminili (o macrogameti o uova o ovocellule); negli organismi unicellulari, quello che si trasforma in un macrogamete. In partic., con riferimento alla specie umana: ha due figli, un maschio e una f.; promiscuità tra maschi e femmine. Di animali: l’ultimo nato della capra è una f.; da notarsi i costrutti: la f. della lepre o una lepre f.; aquila maschio e f.; merlo maschio e femmina (con questa funzione, è talora usato il sing. anche se riferito a nome plur.: due pappagalli femmina). 2. Donna adulta: Per lei assai di lieve si comprende Quanto in femmina foco d’amor dura (Dante); Femina è cosa garrula e fallace (T. Tasso). Ma nel linguaggio com. è per lo più spreg.: una f. disonesta; una mala f.; ant., f. di mondo, meretrice; corre sempre dietro alle f.!; analogam., in Dante (Vita Nuova): non ad ogni donna, ma solamente a coloro che sono gentili e che non sono pure femmine (che non sono cioè soltanto, semplicemente femmine); il senso spreg. è anche evidente nei derivati (effeminare) e in prov. come: i fatti sono maschi e le parole sono femmine. In altri casi (anche come agg.), indica la donna che possiede in grado notevole le doti fisiche, fisiologiche e psicologiche che la rendono desiderabile all’uomo, e che sa farle valere per rendersi attraente: una donna veramente femmina. Nell’uso ant. si distingueva tra f. e donna, indicandosi col primo termine genericam. il sesso, col secondo la donna di alta condizione (corrispondente all’odierno signora); donde l’accostamento o la contrapposizione delle due parole: con la figliuola e con altre femine e donne (Boccaccio). 3. fig. a. Di due oggetti complementari fatti in modo che l’uno entri nell’altro, è detto femmina quello destinato a ricevere l’altro (a sua volta detto maschio): muro a pietre maschio e f.; la f. della vite; analogam., chiave f., quella a cannello cavo. b. agg. In botanica, qualifica che si dà ad alcune piante per indicarne particolari aspetti o varietà: felce f., sughero femmina (v. felce; sughero, n. 1 a). ◆ Dim. o spreg. femminèlla (per accezioni partic., v. la voce), femminétta, femminùccia (quest’ultimo anche in riferimento a uomo o ragazzo timido, debole, irresoluto); pegg. femminàccia.