favola1
fàvola1 s. f. [lat. fabŭla, der. del verbo fari «parlare»; cfr. fiaba e fola1]. – 1. a. Breve narrazione, di cui sono protagonisti, insieme con gli uomini, anche animali, piante o esseri inanimati (sempre però come tipizzazioni di virtù e di vizî umani), e che racchiude un insegnamento di saggezza pratica o una verità morale, spesso dichiarati esplicitamente dall’autore stesso; è per lo più in versi (e in ciò si distingue, oltre che per altri caratteri intrinseci, dalla fiaba, che è invece in prosa): le f. di Esopo, di Fedro, di La Fontaine, ecc.; la f. del lupo e dell’agnello, della volpe e l’uva, della rana e del bove; la morale della f., l’insegnamento che se ne ricava, ma spesso fig., l’interpretazione sostanziale e conclusiva che dev’essere data di un fatto o di una situazione: la morale della f. è che chi ci rimette sono io. b. Qualsiasi narrazione fantastica; quindi leggenda, mito: le f. pagane; gli eroi della f.; le origini dei popoli sono spesso avvolte nella f.; anche novella: f. milesie (traduz. del titolo lat., Milesiae fabulae, con cui si diffusero nel mondo romano le novelle licenziose, dette Μιλησιακά di Aristide di Mileto, scrittore greco del 2° sec. a. C.); col sign. di novella, fiaba, è di uso fam. in alcune regioni, spec. meridionali (cfr. inoltre l’agg. favoloso, e frasi come entrare nel mondo della f. o sim., cioè in un mondo fantastico, irreale). Fig., essere la f. della gente, del paese e sim., essere sulla bocca di tutti: al popol tutto Favola fui gran tempo (Petrarca). c. non com. Nei componimenti letterarî, invenzione (contrapposta alla verità storica): romanzo misto di storia e di favola. d. Cosa non vera, fandonia: spacciar favole; sono tutte favole!; credere, prestare orecchio alle f.; non è una f., credimi (quando si raccontano fatti veri, ma che per la loro stranezza o eccezionalità potrebbero sembrare inventati); avendogli più volte Tito dato favole per risposta (Boccaccio). Cosa frivola, frase vuota, parole senza contenuto: Non ha Fiorenza tanti Lapi e Bindi Quante sì fatte f. per anno In pergamo si gridan quinci e quindi (Dante). 2. letter. a. Azione drammatica (con questo sign., il vocabolo è adozione dotta del lat. fabula nello stesso senso): f. pastorale; «La f. di Orfeo» di Poliziano. b. fig. Il corso della vita umana: La mia f. breve è già compita (Petrarca); La f. breve è finita, Il vero immortale è l’amor (Carducci). c. Intreccio, trama di un componimento letterario: la f. di un poema, di un romanzo; esporre la f. dell’Orlando Furioso. ◆ Dim. favolétta, favolina, favolettina; spreg. favolùccia; pegg. favolàccia.