fascisteria
s. f. (spreg.) L’ambiente, il modo di fare e di pensare di coloro che appartengono a una tradizione politica di stampo fascista. ◆ In mezzo «alla fascisteria laziale», [Pietrangelo] Buttafuoco segnala la presenza di Giorgio Lainati, deputato di Forza Italia, già stretto collaboratore di [Silvio] Berlusconi, «non coinvolto ideologicamente e dunque innocente come un portaombrelli». (Alessandra Longo, Repubblica, 12 agosto 2003, p.22, Politica) • Adesso l’esercito deve confrontarsi con un governo pencolante verso la sinistra che detesta le divise, un paesaggio politico al limite castrista, ma pervaso dal sospetto storico che dietro a ogni uniforme nazionale si nasconda un grumo di fascisteria. (Foglio, 10 giugno 2006, p. 1, Prima pagina) • A quel punto, [Paolo] Di Canio scende dalla macchina. Spinte, pugni, calci, uno che impugna una bottiglia rotta e colpisce il giocatore a un polpaccio. Altri intervengono, chissà se per dividere o per colpire, e i poliziotti che arrivano si trovano di fronte a quella che sembra «una gigantesca rissa», come raccontano alcuni testimoni. «Un episodio di fascisteria scadente», per [Paolo] Signorelli. (Alessandro Capponi, Corriere della sera, 22 agosto 2006, p. 49, Cronaca di Roma).
Derivato dal s. m. e f. e agg. fascista con l’aggiunta del suffisso -eria2.
Titolo del libro di Ugo Maria Tassinari, Fascisteria. I protagonisti, i movimenti e i misteri dell’eversione nera in Italia, 1965-2000, Roma 2001.