faggio
fàggio s. m. [dal lat. fageus, agg., der. di fagus «faggio»]. – 1. Albero delle fagacee (Fagus sylvatica), alto sino a 30 m, che si trova in gran parte dell’Europa e Asia occid., e in Italia forma boschi ad altezze tra i 700 e i 1800 metri: ha chioma ampia, ovale, folta, con foglie ovate, sottili, fiori monoici, e frutti (detti faggine, faggiole, semi di faggio) con pericarpo coriaceo e rossigno; se ne conosce una varietà purpurea, coltivata per ornamento, con foglie rosse. Dal frutto macinato insieme con la buccia, o dai soli semi macinati, si estrae, per spremitura, un olio di colore giallognolo se estratto a freddo, rosso se estratto a caldo, che può essere usato come olio commestibile, ma è per lo più utilizzato in saponeria. 2. Il legno del faggio: è un legname a fibre corte, pesante, facilmente fendibile, che, esposto al vapor d’acqua (f. evaporato), acquista flessibilità e maggiore durevolezza e viene quindi usato nell’industria del legno curvato, per tornitura e falegnameria, nella fabbricazione di mobilio, per rivestimento di pavimenti, ecc.