faccia
fàccia s. f. [lat. facies «forma, aspetto, faccia», affine a facĕre «fare»] (pl. -ce). – 1. a. Parte della testa dell’uomo, situata inferiormente alla parte anteriore del cranio, costituita da una struttura ossea rivestita da parti molli, e presentante cavità (occhi, naso, bocca) nelle quali hanno sede gli organi periferici di alcuni sensi (vista, olfatto, gusto) e il tratto iniziale degli apparati digerente e respiratorio: f. grassa, tonda; una f. di luna piena; una f. fresca; una bella f. (anche florida, di aspetto sano e riposato); una brutta f. (non bella, o che denota cattivo stato di salute, stanchezza e sim.); f. magra, ossuta, angolosa; f. pallida, emaciata; l’uomo ... poteva avere sui quarant’anni, con la testa completamente calva e la larga f. quadrata disegnata da un pizzetto sottilissimo (Giuseppe Montesano); lavarsi la f.; guardare qualcuno in f. (con sguardo franco o indagatore); rivolgere la f. a qualcosa; sputare in f. a qualcuno; un vento che taglia la f., gelido e impetuoso; una f. nuova, di persona mai vista o incontrata prima. In genere faccia è sinonimo di viso; ma si dice talvolta anche d’animali: quelle f. lorde De lo demonio Cerbero (Dante). b. Con riferimento all’espressione: f. aperta, leale, franca; f. tetra, scura, accigliata; f. sofferente; f. da galantuomo; f. patibolare (in questo senso anche brutta f.); fare la f. feroce; gli si legge in f. il rimorso, la gioia; cambiare f., per reazione emotiva: appena mi vide cambiò faccia. c. Usi fig.: f. da schiaffi, che ostenta impertinenza e arroganza; f. tosta o f. di bronzo o, più raro, f. invetriata, di chi non si vergogna di nulla: avere una f. tosta o, precisando, avere la f. tosta di negare l’evidenza; avere una f. di bronzo, e per estens., riferito alla persona stessa, essere una f. di bronzo; con sign. simile, ma attenuato, avere faccia (o la f.) di fare una cosa (poco com.), ardire, avere il coraggio di farla: siam ridotte a far questa f. di chieder ricovero (Manzoni); voltare f. (o fare un voltafaccia), abbandonare un partito, gli amici, le idee professate, ritrattare quanto s’è detto o fatto (ant., voltare la f., scappare, opposto a far faccia contrastare, resistere); salvare la f. (espressione di origine cinese), uscire abbastanza dignitosamente da una situazione scabrosa, salvare le apparenze, e il contr., perdere la f., perdere la reputazione, essere disonorati: saremmo capaci, dinanzi alla violenza e all’ingiustizia, di dire di no; di salvarci l’anima o, se questo è pretendere troppo, di non perdere la f.? (Claudio Magris); uomo a due f., finto, doppio. d. Locuzioni: a f., in f., sulla f., davanti: dire le cose in f., francamente, apertamente, non come chi le manda a dire, o come chi sparla di una persona alle sue spalle o in sua assenza; ridere sulla f. o in f. a qualcuno, per spregio; non guardare in f. a nessuno, non avere riguardi, o essere imparziale nel giustificare, nel concedere, nel punire; vento in f., nel linguaggio marin., il vento che, soffiando da prora, prende le vele di rovescio (si chiama infatti faccia la superficie delle vele quadre rivolta verso prora). In f. a ..., di fronte a, secondo il giudizio di: in f. alla Chiesa non sono sposati; in f. a un mondo corrotto poté sembrare un utopista; in confronto di: in f. a lui è un ignorante (usi, questi, ormai rari, per il più com. davanti a). A faccia a faccia (o anche faccia a faccia), a quattr’occhi: lo dica a me a f. a f.; di fronte: si trovò a f. a f. col suo avversario; con uso aggettivale di recente introduzione (anche per influenza dell’ingl. face to face), detto di incontro o dibattito, soprattutto televisivo, in cui si confrontano due o più persone, in genere esponenti di partiti diversi, o professanti idee e opinioni opposte o comunque differenti (anche come sost.: un f. a f. televisivo). Di faccia a, dirimpetto a: abitava di f. a noi; con valore aggettivale, la casa di f., che è dirimpetto. A f. scoperta, aperta, senza sotterfugi o sottintesi. Viva la f. di ..., esclamazione scherz. o iron. di apprezzamento (anche di cose: viva la f. degli spaghetti!). Alla f. tua!, espressione merid., propr. di spregio volgare (in onta a te, a tuo marcio dispetto), ma usata anche come esclam. di scherz. o ironico stupore, con senso affine alle esclam. salute!, alla grazia!, e sim. 2. In semeiotica medica, come equivalente del lat. scient. facies (v.), particolare aspetto che il volto assume in determinate condizioni patologiche: f. basedowiana, con esoftalmo, particolare lucentezza degli occhi ed espressione trepida; f. etica (tipica cioè della tisi), volto pallido con pomelli arrossati; f. febbrile, caratterizzata da arrossamento delle guance e lucentezza degli occhi; f. ippocratica o peritonitica (propria cioè della peritonite), con naso affilato, occhi incavati, colorito plumbeo o livido, orecchie cianotiche; f. di luna sorgente, rotondeggiante, edematosa, di colorito acceso, come si osserva in soggetti che presentano alterazioni surrenali e disfunzioni endocrine, in quelli sottoposti a terapia cortisonica intensa, ecc.; f. parkinsoniana, caratterizzata dall’impoverimento del gioco mimico; f. tetanica, atteggiata a riso sardonico. Inoltre, con riguardo soprattutto all’età infantile: f. adenoidea, cute pallida, naso a lama di coltello, bocca semiaperta, sguardo poco espressivo; f. linfatica, volto rotondo, falsamente florido, con cute roseo-pallida, mucosa pallida, sopraccigli esili; f. mixedematosa (v. mixedematoso); f. mongoloide, testa rotonda, occhi piccoli e obliqui, naso infossato, bocca semiaperta con lingua protrusa, salivazione abbondante, continua; f. scrofolosa (v. scrofoloso); f. tossica (nel lattante con gravi disturbi intestinali), colorito pallido o grigio-cenere, naso affilato, occhi incavati, gote flaccide, sguardo fisso. 3. fig. Aspetto, apparenza, anche di cose: quel ver c’ha faccia di menzogna (Dante); se le cose stanno così, la questione cambia faccia. 4. estens. Di cose: a. La parte rivolta a chi guarda: la f. del Sole, della Luna; f. della Terra, la superficie terrestre (spesso in frasi iperboliche; per es.: il più gran brigante che sia mai stato sulla f. della terra; e fig.: una rivoluzione che ha cambiato la f. della terra); con sign. analogo, la frase biblica tenebre erano sopra la f. dell’abisso. b. Nella geometria elementare, ciascuno dei due semipiani che delimitano un diedro, ciascuno dei poligoni che costituiscono la superficie di un poliedro, ovvero ciascuno degli angoli che costituiscono la superficie di un angoloide; f. laterali, in una piramide, i triangoli che convergono al vertice; in un prisma, i parallelogrammi compresi fra spigoli laterali successivi; ecc. Analogamente, in mineralogia, ognuno dei piani che delimitano naturalmente un cristallo (in partic., f. fondamentale, quella che taglia a distanze finite gli assi cristallografici e al cui rapporto parametrico vengono confrontati quelli delle altre facce ricavandone i relativi indici; f. possibile, ognuno dei piani, presente o no in un cristallo, che, riferito ai parametri della faccia fondamentale, avrebbe indici razionali, esprimibili mediante numeri interi); faccia di sfaldatura, superficie piana ottenuta per sfaldatura; in gemmologia, ognuno dei piani che delimitano una gemma tagliata: le f. di un brillante, di uno smeraldo. Con lo stesso sign. della geometria o con sign. affini, anche nell’uso com.: le f. dei dadi; le f. laterali del piedistallo; e fig.: le molte f. d’una questione, i molti aspetti sotto cui si presenta, i molti lati sotto cui può essere considerata. Per estens., una superficie piana ben delimitata (che può essere anche quella frontale): la f. d’una chiesa, d’un edificio (più com. facciata; ma è d’uso tecnico in edilizia la locuz. a faccia vista, per cui v. facciavista); facce della moneta, le due superfici opposte portanti i tipi e le leggende; nell’architettura militare, facce di un’opera fortificata, facce di un bastione, i lati che formano un fronte poligonale, un saliente del bastione, ecc. Con usi generici o specifici, nella descrizione di oggetti varî e anche di organi animali o vegetali (o parti di essi): la f. anteriore, posteriore, o laterale, dorsale, ventrale; le due f. d’unione, di congiunzione, ecc. Nei caratteri tipografici: f. superiore, quella che porta in rilievo la lettera; f. inferiore, l’opposta; f. laterali, quelle che stanno a destra e a sinistra della lettera nella sua posizione normale, e che nella composizione sono a contatto con quelle delle lettere contigue. c. Il diritto o il rovescio di una superficie, spec. di fogli o stoffe: le due f. di un foglio, di una pagina (quando per pagina s’intenda l’intero foglio); ormai ant. a faccia 47, o sim., per «a pagina 47» (di un libro); tessuto a doppia f. (più com. il fr. double face), in cui il diritto e il rovescio sono operati tutti e due con disegno e colori diversi. d. Nella canna da pesca, la parte del mulinello su cui è fissata la manovella. ◆ Dim. faccétta (v.), faccina, anche con accezione partic. (v. la voce), e faccino m.; accr. faccióna e più com. faccióne m. (un bel faccione, un faccione rubicondo); tra accr. e vezz. facciòtta; pegg. facciàccia (fare una facciaccia, delle facciacce, figuracce umilianti; aver la facciaccia di fare una cosa, la sfrontatezza).