extraistituzionale
(extra-istituzionale), agg. Che avviene al di fuori delle istituzioni, che non ne fa parte. ◆ [Da tempo Marco Pannella] Non ha più cercato effettivamente mediazioni politiche tradizionali, ritenendo di potere governare la società non dalle istituzioni rappresentative bensì con le sue parole e le sue iniziative extra-istituzionali. (Foglio, 10 marzo 2000, p. 2) • Si è detto, l’intelligence è l’intelligence: si sa, lavora con metodi sporchi, border line, spesso oltre i confini della legalità. Ma il nodo della minaccia non era nel metodo. Era nel fine. Non era nell’illegalità possibile del lavoro di intelligence, ma nella legittimità di quel lavoro che trova ragioni soddisfacenti e adeguate soltanto «nella difesa dello Stato» e non può trovarle […] nella protezione di un equilibrio politico; nello scudo per un governo (quale che sia); nell’aggressione ad altre indipendenti funzioni dello Stato (la magistratura), della politica (l’opposizione), della società (la stampa) e, infine, nella creazione di un potere «autonomo», privato, extraistituzionale. (Giuseppe D’Avanzo, Repubblica, 5 luglio 2007, p. 1, Prima pagina).
Derivato dall’agg. istituzionale con l’aggiunta del prefisso extra-1.
Già attestato nella Repubblica del 9 marzo 1985, p. 11, Cronaca (Cesare Martinetti).