extraafricano
(extra-africano), agg. Che è al di fuori dell’Africa , del continente africano. ◆ Riccardo Grifoni, chirurgo e vicepresidente di «Medici senza frontiere», conosce quei monti e quelle fortezze e, delle guerre, l’altra faccia: morti e feriti. […] ha lavorato nei campi e sfiorato il Leone del Panshir, «un uomo a cui la gente voleva bene». Conosciuto un paese «poverissimo», «del tutto privo di sistema sanitario», «col primo tasso di mortalità extraafricano». (Jacopo Iacoboni, Stampa, 18 settembre 2001, p. 9, Verso la guerra) • la scoperta degli antropologi sudafricani fa oscillare il pendolo dall’altra parte, cioè in favore della comparsa precoce del comportamento moderno. Non solo. Lo sviluppo avviene in Africa e non lungo il cammino extraafricano. Secondo i sostenitori dell’ipotesi opposta, la grande arte parietale di Altamira o Lascaux è comparsa in epoche abbastanza tarde, tra i 30 e i 15 mila anni da oggi, proprio perché le prerogative tipiche del Paleolitico Superiore europeo sarebbero state acquisite strada facendo. (Giovanni Maria Pace, Repubblica, 11 gennaio 2002, p. 15, Cronaca) • La musica e la danza seguono di pari passo lo sviluppo di questo percorso storico, pescando, da una parte, nella tradizione zulù, dall’altra nella cultura nera extra-africana. (Valeria Crippa, Corriere della sera, 10 ottobre 2004, p. 59, Cronaca di Milano).
Derivato dall’agg. africano con l’aggiunta del prefisso extra-1.
Già attestato nella Repubblica dell’11 novembre 1984, p. 10, Politica estera (Pietro Petrucci), nella variante grafica extra-africano.