evoluzione
evoluzióne s. f. [dal lat. evolutio -onis, der. di evolvĕre, propr. «svolgere (il rotolo di papiro per leggere)»]. – 1. Nel sign. proprio, svolgimento, sviluppo, spiegamento; quindi, movimento ordinato a un fine: i due compagni dovettero far la stessa e., se vollero entrare (Manzoni). In ostetricia, e. del feto, l’insieme dei movimenti compiuti dal corpo fetale nel corso del parto, culminante con la espulsione ed estrazione di esso. In ginnastica e in equitazione, esercizio, eseguito su comando, con cui un gruppo di ginnasti o di cavalieri muta direzione o formazione: le e. della cavalleria, dei trapezisti; evoluzioni al cavallo, alle parallele, agli anelli. 2. Nel linguaggio milit., insieme di movimenti di truppe, di navi, di aerei che cambiano ordinatamente la loro posizione; in partic.: a. Con riferimento a truppe terrestri, ogni movimento compiuto da reparti per disporsi al combattimento; in passato, la combinazione dei movimenti per spiegare in battaglia un’unità organica dell’esercito. b. In marina, il percorso che, seguendo direzioni varie, viene effettuato da una nave per un determinato fine; al plur., evoluzioni, i varî movimenti d’insieme che un complesso di navi compie per cambiamento di rotta o di formazione a scopo tattico o di parata. c. In aeronautica, ogni successione di atti di moto di un aeromobile caratterizzati da cambiamenti della velocità in direzione e intensità (per es., la virata, la picchiata, la cabrata, ecc.). 3. fig. Ogni processo di trasformazione, graduale e continuo, per cui una data realtà passa da uno stato all’altro – quest’ultimo inteso generalmente come più perfezionato – attraverso cambiamenti successivi: secondo un modo di concepire la natura affermatosi alla fine del 18° sec. sulla base di ipotesi cosmologiche (ipotesi di Kant-Laplace sull’origine del Sistema Solare, v. laplaciano) e di teorie sull’origine e la trasformazione delle forme viventi (trasformismo, teoria della discendenza), si è cercato di spiegare in termini di evoluzione i fenomeni cosmologici, chimici, biologici e antropologici (si parla quindi di e. cosmica, galattica, stellare; di e. chimica, molecolare; di e. organica; di e. psicosociale, culturale), passando dalla scienza alla filosofia della scienza (e. scientifica) e alla metafisica (evoluzionismo). In tal senso il termine si contrappone sia a permanenza sia a rivoluzione. In partic.: a. Nelle scienze biologiche, con riferimento a singoli organismi, il termine è stato usato per indicare lo sviluppo che porta l’embrione ad assumere la forma adulta. Successivamente, è passato a significare, anche per suggestione dell’uso generalm. filosofico, la storia delle forme viventi: teorie dell’e., teorie sull’origine della vita e sui processi che hanno prodotto gli organismi attuali, secondo le quali (trasformismo, evoluzionismo) sulla Terra sono apparsi dapprima organismi semplici, dai quali sono poi derivati quelli più complessi; conseguentemente, le specie in quanto tali non sono considerate immutabili (come sosteneva il fissismo), bensì in via di continua trasformazione e differenziazione per l’azione di fattori strutturali o casuali, interni o esterni (mutazioni, riproduzione differenziale, selezione naturale); l’insieme delle specie viventi è a sua volta soggetto a processi di diversificazione (che determinano la comparsa di nuove specie) e di estinzione. Per le teorie che si sono avvicendate a partire dalla prima metà del sec. 19° (lamarckismo, darwinismo, mutazionismo, ologenesi, neodarwinismo), v. le singole voci; per le formulazioni più recenti (teoria della neutralità, teoria degli equilibrî intermittenti), v. rispettivam. neutralità, equilibrio. Per macroevoluzione e microevoluzione, v. le singole voci. b. In vulcanologia, trasformazione graduale dell’attività di un vulcano, dalla sua formazione all’estinzione; si parla di e. normale quando l’attività passa da esplosiva a effusiva e i prodotti da acidi a basici, di e. inversa nel caso contrario, e di e. ricorrente quando si ripetono alternativamente variazioni di attività e di chimismo. c. In campo storico e sociologico, lo svolgimento graduale della società verso forme più progredite di vita e di cultura: popoli, paesi in via di rapida evoluzione. d. In linguistica, la serie delle modificazioni fonetiche, morfologiche, strutturali, semantiche, attraverso le quali passa una lingua nel suo sviluppo storico; e. semantica, risultato dei successivi cambiamenti di significato che subisce un vocabolo; e. fonetica, qualsiasi alterazione fonetica che in una parola, o in una serie analoga di parole, appare come progressiva, in opposizione ai mutamenti improvvisi e immediati. 4. In statistica, si chiama indice di e. di un fenomeno in un dato periodo di tempo un numero che rappresenta, prescindendo dalle oscillazioni irregolari o accidentali, la tendenza di un fenomeno a crescere o a diminuire. TAV.