eurodeluso
s. m. Chi esprime delusione nei confronti dell’evoluzione del processo di integrazione dell’Unione europea. ◆ «Se otteniamo il 20% nel giugno prossimo, alle Comunali 2001 espugneremo centinaia di sindaci. E lo scrutinio presidenziale orienterà sul Front National gli eurodelusi. Sì, Jean-Marie Le Pen può realisticamente essere il successore di Jacques Chirac» [Samuel Maréchal intervistato da Enrico Benedetto]. (Stampa, 9 dicembre 1998, p. 11, Estero) • [tit.] Il boom allarmante degli eurodelusi [testo] […] Eurodelusi e regionalisti tendono a coincidere. L’esaltazione delle Regioni contro l’Italia e contro l’Europa non disegna prospettive confortanti per la nostra democrazia. Il rischio è l’avvitarsi di una spirale insieme antinazionale e antieuropea. (Lucio Caracciolo, Repubblica, 21 luglio 2000, p. 1, Prima pagina) • Per il partito degli europeisti italiani è impossibile negare l’evidenza, dunque la sconfitta. La mossa del governo francese sull’affaire «Enel-Suez» è stata una picconata al disegno unionista, che ha alimentato un vento anti-europeista nel Paese alla vigilia del voto. Per anni si sono contrapposti con successo agli «euroscettici», che a loro volta li avevano definiti «euroretorici». Ma ora giocoforza sono costretti a cambiar nome. Sono diventati gli «eurodelusi». (Francesco Verderami, Corriere della sera, 27 febbraio 2006, p. 2, Primo piano).
Composto dal confisso euro-2 aggiunto al p. pass. e agg. e s. m. deluso.